Il fascino dell’universo tecnologico è infinito, le sue peculiarità e i suoi nuovi strumenti sorprendendo costantemente. È proprio, però, il suo progresso ininterrotto ad incutere timore, l’eccessivo ingegno sviluppato spesso atterrisce. Indifesi è come a volte ci si sente dinanzi ai rischi che si occultano alle spalle del WI-FI. Strumento notevolmente utilizzato, si tratta della tecnologia che permette ai dispositivi digitali di navigare su Internet senza nessun genere di filo. E questo apparecchio ha sempre presentato delle vulnerabilità a rischio hacker mai conosciute prima d’ora.
Secondo alcune analisi di Mathy Vanhoef, ricercatore originario del Belgio, la scoperta è venuta alla luce circa nove mesi fa, ma la notizia è stata resa pubblica soltanto recentemente. L’obiettivo è sicuramente quello di informare i principali fornitori, riguardo l’applicazione di alcune eventuali prevenzioni o la risoluzione di alcune anomalie.
FragAttacks, le criticità eclissate alle spalle del WI-FI
Attraverso l’apertura di un sito aperto per l’occasione e Youtube, Mathy ha mostrato e delineato le criticità atipiche, raccolte sotto la denominazione di FragAttacks, Fragmentation and Aggregation Attacks. Esse, purtroppo, hanno le caratteristiche di immettere contenuti e codici ostili, approfittando del frangente nel quale il WI-FI disintegra o annette i pacchetti di rete. Assemblaggi sbagliati possono provocare l’apertura di alcune fessure, dalle quali potrebbero sbucare i cybercriminali per spiare i dispositivi connessi.
Questi pericoli, però, sono venuti alla luce soltanto recentemente, ma non provengono dagli ultimi aggiornamenti. Il 1997 fu l’anno in cui fu sviluppato il primo protocollo, dal quale poi risalgono questi rischi. Da quella data sino a questo momento, chiunque abbia connesso qualsivoglia dispositivo al WI-FI si è esposto a tale tipo di minaccia.
Le differenze tra i FragAttacks
“Tre delle vulnerabilità scoperte sono difetti di progettazione dello standard wifi e, quindi colpiscono la maggior parte dei dispositivi. Sono difficili da sfruttare perché ciò richiede l’interazione dell’utente o è possibile solo quando si utilizzano impostazioni di rete non comuni“, spiega Mathy. Prosegue dicendo poi: “Gli altri pericoli dipendono, invece, dai diffusi errori di programmazione nei singoli device“.
Nell’insieme, comunque, ogni prodotto WI-FI è colpito da almeno una debolezza. La maggior parte dei prodotti è affetta da differenti vulnerabilità. Sfortunatamente, questi aspetti, prima della scoperta di Vanhoef, erano ignoti.
Esiste un modo per difendersi?
In effetti, è piuttosto sorprendente la scoperta di questi rischi; negli ultimi anni, la sicurezza del WI-FI è notevolmente aumentata, ma sapere che alle spalle si celano questi pericoli è inquietante. In seguito alla scoperta, molti fornitori hanno tentato fin da subito cercato di svelare le atipicità nascoste. Raggiunto l’obiettivo, resta una domanda che incute un’allarmante preoccupazione: questo protocollo vela altre vulnerabilità non ancora portate alla luce?