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Volley: la Serbia è campione del mondo, Italia piegata

Una fortissima Serbia ha battuto al tie-break un altrettanto audace Italia, vincendo così il suo primo titolo mondiale da quando venne fondata la nazionale, ovvero nel lontano 1949.

La partita si è conclusa dopo circa 2 ore e 20 minuti di gioco durante i quali il pubblico parteggiante per la squadra azzurra è rimasto incantato dalle prodezze balistiche delle campionesse nostrane tra cui spiccano Paola Egonu, schiacciatrice, e Anna Danesi, centrale della nazionale ed eletta miglior giocatrice nel suo ruolo.

Coach Davide Mazzanti è riuscito a metter su una squadra dalle prorompenti velleità che, conscia della propria forza, ha imposto il proprio gioco alle avversarie sin dalla fase a girone, dominata dalla compagine azzurra. Ultimo capitolo trionfante dell’Italia in questo mondiale di pallavolo che si è tenuto in Giappone, è ottimamente rappresentato dalla vittoria all’ultimo respiro (sempre al tie-break) contro le favorite ragazze della Cina.

Percorso ostico e non privo di ostacoli, i quali tuttavia sono stati resi fallacemente più abbordabili dallo strapotere italiano per quanto riguarda la squadra femminile di volley.

Tutt’altro sentiero è stato invece calcato dalla Serbia che poteva contare su giocatrici di livello superiore tra cui meritano senza dubbio una menzione sportiva per il gioco espresso durante il torneo, Brankica Mihajlovic, Maja Ognjenovic e Tijana Boskovic. Quest’ultima, per distacco migliore atleta del mondiale, ha preso in carico i punti più pesanti della finale contro l’Italia, scagliando dei fendenti con ambo le braccia che hanno letteralmente spiazzato la pur organizzata difesa azzurra.

La partita inizia con ritmi piuttosto blandi in cui la nostra nazionale sembra prevalere sull’avversario, un po sulle gambe e probabilmente ansioso di affrontare una sfida così importante per la sua storia. Il primo set, infatti, se lo aggiudica l’Italia. Il secondo set vede la Serbia entrare in campo con altro atteggiamento, spronate le ragazze serbe dal loro selezionatore, Zoran Terzic, il quale ridisegna la seconda linea della Serbia e inserendo a più riprese Stefania Veljkovic e Jovana Stevanovic, entrambe hanno consentito alla squadra di aggiungere centimetri al “muro” che si stagliava dinanzi agli attacchi italiani presieduti da Egonu e compagne.

L’adrenalina trasmessa dal loro selezionatore ha consentito alla Serbia di intervenire sia dal punto di vista del gioco ma anche sotto l’aspetto dell’astuzia che ha consentito alle giocatrici di chiedere al momento opportuno ben due “challenge” (anche noto come “occhio di falco”, ossia l’ausilio tecnologico per prevenire qualsivoglia tipo d’errore a gara in corso) i quali hanno sentenziato a favore della Serbia (nel primo caso era stato ingiustamente non attribuito un punto firmato dalla Boskovic e nel secondo altrettanto era stato aggiudicato alla Egonu, con palla fuori di non più di 20 centimetri).

La Serbia nel terzo set cede, seppur con maggiori resistenze alle ragazze di Mazzanti, per poi subito riprendersi nel quarto set, in cui la Serbia amministra il gioco con grande naturalezza, per intenderci, quella che si era potuta ammirare in semifinale contro l’Olanda (3-1).

Probabilmente le azzurre, scariche fisicamente per un percorso d’avvicinamento alla finale più travagliato ed emotivamente visto l’animo fervente con cui la Serbia interveniva su ogni pallone, hanno ceduto nell’ultimo e decisivo set della partita, in cui sono stati ravvisati errori da ambo le parti. Ciononostante, come spesso accade nello sport, la gloria va a chi commette meno errori, nel caso specifico, la Serbia.

Il matchpoint non lo realizza una giocatrice serba, bensì trattasi di un “invasione” dell’area avversaria, per cui il punto decisivo inevitabilmente spetta alla Serbia che festeggia così il primo titolo mondiale della sua storia.

Non particolarmente ricco il palmares della Serbia, con appena 2 vittorie nei campionati europei (2011 e 2017) e raramente sul podio (3° posto nel 2015 agli europei e 2° nel 2016 ai Giochi olimpici).

Si conclude, dunque, il torneo mondiale giapponese con la vittoria della Serbia sull’ Italia per 3-2 (21-25, 25-14, 23-25, 25-19, 15-12) con grande rammarico espresso sui volti rattristati delle pallavoliste nostrane, consapevoli però, come tutti i telespettatori e gli italiani allo stadio, che è stato giocato un grande torneo e le lacrime faranno poi posto alla fierezza e la speranza per un futuro a tinte azzurre.

 

Rosalba Caramiello
Rosalba Caramiello
Giovane psicologa clinica laureatasi all'Università di Roma "La Sapienza" ed educatrice, appassionata di giornalismo e fotografia.