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Vittime del Covid-19, oggi è la giornata dedicata a loro

Il 18 marzo è la prima giornata nazionale dedicata alle vittime del Covid. A deciderlo il Parlamento che ha stabilito di voler commemorare le più di 100 mila vittime che ci hanno lasciato a causa di complicanze dovute al virus.

Vittime del Covid: le commemorazioni

Mario Draghi, presidente del Consiglio, è a Bergamo, città simbolo dello scoppio del coronavirus in Italia. Alle ore 11 Draghi si recherà al Cimitero Monumentale della città dove deporrà una corona di fiori in memoria delle vittime. La commemorazione continua al Parco Martin Lutero alla Trucca, si inaugurerà il Bosco della Memoria, un luogo dove Draghi farà il gesto simbolico di piantare un tiglio.
Ci saranno iniziative e cerimonie in tutta Italia. Il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, ha inviato una lettera a tutti i sindaci italiani affinchè partecipassero con un minuto di silenzio alle ore 11 e ponessero tutti la bandiera italiana a mezz’asta. Anche al Senato bandiere a mezz’asta e un minuto di silenzio previsto per le ore 12.

Un anno di Covid-19

Un anno terribile. Tutto è cominciato il 20 febbraio 2020 quando all’ospedale di Codogno (Lodi) Mattia Maestri, un ricercatore di una multinazionale con sede a Casalpusterlengo risultò positivo al Covid-19, diventanto di fatto il “paziente 1” italiano. Il virus correva a Wuhan, luogo da dove sembra fosse cominciato, e sembrava impossibile potesse arrivare anche nel nostro paese. Il virus cominciava a diffondersi. Scattarono le prime due zone rosse: a chiudere tutto furono per prima alcuni comuni della Lombardia e altri del Veneto. Qui, a Vò Euganeo, morì la prima vittima italiana. Non possiamo dimenticare Adriano Trevisan, 78 anni, pensionato ed ex-titolare di una impresa edile.

Il 18 marzo 2020: i camion trasportano i morti da Bergamo

E poi da lì, una escalation di paura, dolore e terrore. Il 18 marzo 2020 decine di camion dell’esercito trasportavano i morti di Bergamo verso i forni crematori di altre città del paese. Non c’era più posto nel cimitero cittadino. La Chiesa di Ognissanti all’interno del cimitero venne trasformata in una camera mortuaria. Tommaso Chessa, caporalmaggiore dell’esercito, ha guidato uno di quei camion: “Improvvisamente ti senti addosso una grande responsabilità, qualcosa che ti preme dentro. Ogni buca, ogni avvallamento sembra una mancanza di rispetto nei loro confronti”.

Vittime del Covid-19: un vuoto incolmabile

I nostri genitori, fratelli, nonni ci hanno lasciati. Li abbiamo immaginati spegnersi da soli, nelle terapie intensive, attacati alla speranza di poter resistere al maledetto virus. Chiusi nelle nostre case, abbiamo sofferto per non aver potuto dare loro l’ultimo abbraccio, l’ultima parola di conforto. Avremmo voluto sapere a cosa stessero pensando nell’ultimo momento, avremmo voluto dare loro un pò di sollievo col nostro affetto. Generazioni di guerrieri ci hanno abbandonati. In noi è rimasto solo un grande vuoto; abbiamo perso la parte migliore di noi stessi. Siamo alberi senza radici. Adesso sta ancora piovendo ma il miglior modo di onorarli è seguire il loro esempio: vivere con grande coraggio affinchè le nostre foglie rinvigoriscano e diano i loro frutti.

Eva Maria Pepe
Eva Maria Pepe
Laureata in Lettere classiche, ama l'arte, la letteratura, i viaggi. Il suo più grande sogno è diventare scrittrice.