La leggenda di Vico Pensiero a Napoli costituisce da sempre un grosso rompicapo per gli abitanti della città partenopea.
Nel vico a cui si fa riferimento, infatti, vi era esposta una targa, almeno fino al 1890 quando il Risanamento ne distrusse i muri su cui poggiava, che recitava così: ‘Povero pensiero me fu arrubbato, pe no le fare le spese me l’a tornato’.
‘Povero pensiero, mi fu rubato, ma per non pagarne le spese mi fu restituito’; sopra questa frase vi era un bassorilievo rappresentante un uomo seduto su uno sgabello intento a pensare. Cosa pensasse non ci è dato saperlo ma su questa targa molte sono le ipotesi che ne scaturirono e così nacque una leggenda.
La leggenda di Vico Pensiero
La leggenda parla della struggente storia d’amore tra una bellissima fanciulla dalla chioma nera come la pece e un poeta.
Il primo incontro, avvenuto proprio in Vico Pensiero, fa quello che fece scattare l’amore nel cuore del ragazzo, che il giorno successivo torna a recarsi al luogo dell’incontro.
Gli abitanti del posto cercarono di mettere in guardia il giovane poeta; la fanciulla, infatti, si dicesse fosse una strega che era solita ammaliare gli uomini per poter poi rubargli la memoria.
Ma il poeta era ormai pazzo d’amore e ogni sera si recava a Vico Pensiero per incontrare la bella fanciulla.
La “strega”, però, colpita dall’immenso sentimento che il poeta provava, decise di spezzare l’incantesimo e sparire per sempre.
Distrutto dalla scomparsa della sua amata, il poeta la cercò ovunque ma senza nessun risultato.
A portar la storia dalla leggenda alla vita reale ci ha pensato lo studioso Ludovico De la Ville sur-Yllon, la cui ipotesi renderebbero la storia di Vico Pensiero meno misteriosa agli occhi di tutti coloro che ne odono le vicende.
Ludovico De la Ville sur-Yllon ipotizzò che la scritta potesse far riferimento al furto del bassorilievo, probabilmente avvenuto come una sorta di scherzo da parte di un ragazzino e poi riconsegnato per evitare ritorsioni.
Questo elogio al pensiero con tanto di rappresentazione data dal bassorilievo, anche se non si trova più a decorare e a ricordarne le vicende di Vico Pensiero è custodita nei locali della Società Napoletana di Storia Patria, grazie all’intervento di Benedetto Croce.
Infatti, l’autore di Storie e Leggende napoletane, riuscì a convincere il proprietario a donare la targa di marmo all’Archivio di Stato.