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Upl Sicurezza: dimissioni di Roberto Massimo

Pregiatissimo Segretario Antonio LANZILLI, con la presente rassegno le mie irrevocabili dimissioni da responsabile della struttura napoletana U.P.L. Sicurezza Napoli e da qualsiasi altro incarico ricoperto.
Assumo questa decisione perché, a mio avviso, non si sono verificate le condizioni alla base della mia scelta di seguirti, dopo 26 nel Siulp, in un progetto che ha violentato le coscienze di molti, diverso da quello originario con la U.I.L. Confederale in U.I.L. Sicurezza.
Fin d’allora, con quell’azione, abbiamo perso la nostra identità politica e di appartenenza, riducendo la capacità di aggregazione dei poliziotti, uomini e donne che oltre a riconoscerci come soggetto che si interpone tra il datore di lavoro ed i lavoratori, ponevano nella ex U.I.L. Sicurezza la speranza per i loro familiari di una maggiore tutela nelle fabbriche, nelle aziende e in qualsiasi settore pubblico o privato.
La consapevolezza maturata in questo periodo di Rappresentante Legale della U.P.L. Sicurezza a Napoli, dopo aver visto questa segreteria provinciale e tutti i dirigenti sindacali impegnarsi su una serie di questioni a tutela dei diritti dei lavoratori, mi ha fatto prendere cognizione di non essere stato supportato dalla tua
figura istituzionale e politica di Segretario Generale Nazionale, con conseguenza
ricaduta sugli iscritti a questo sindacato.
Pur comprendendo lo stato di emergenza mondiale che attanaglia oggi tutte le
categorie di lavoratori e lavoratrici per i notori problemi legati al Virus, l’azione
sindacale posta in essere in questa provincia, improvvisamente è stata da parte tua,
occultata, taciuta e contestualmente è iniziata un’azione di delegittimazione politica,
sul territorio, verso questo Segretario.
Dal giorno 29 marzo hai interrotto le comunicazioni con questo Segretario
Generale, hai censurato tutti i documenti provenienti da questa provincia e sulle
questioni da sottoporre al Dipartimento hai creato non pochi problemi.
Per la questione ristoranti aperti con codice Ateco diverso dai catering
continuativi a contratto e del riconoscimento sostitutivo ticket”buono pasto”, è stata
fatta preventivamente un’indagine sia su Napoli sia su Caserta, sembrerebbe anche da
segretari generali di altre organizzazioni sindacali e tutt’ora ancora dobbiamo avere
una risposta certa per la categoria.
Per quanto riguarda invece, la questione accaduta pochi giorni fa presso il
Servizio Tecnico Logistico e Patrimoniale di Napoli, a seguito della formale denuncia
di anomali comportamenti di parte pubblica nei confronti non solo dei nostri iscritti
ma anche del nostro responsabile sezionale, comunicando la tua determinazione a
mezzo email, mi hai fortemente consigliato di rivolgermi alla Procura della
Repubblica oppure di aprire una vertenza sindacale con quel dirigente.
Sono stati chiesti dei permessi sindacali per il delegato in questione, non solo
per tutelare disciplinarmente alcuni scritti e se stesso, tutela politicamente necessaria
per coloro che si sono esposti, abbracciando il nostro progetto.
Ebbene, dopo aver garantito personalmente tu, come Segretario Generale
Nazionale detti permessi, sono stati negati, sia per le vie brevi sia attraverso canali
ufficiali, adducendo la motivazione che la segreteria provinciale di Napoli avesse
sforato e quindi terminato le ore.
Non hai ritenuto fondamentale dare voce alle questioni sottoposte
telefonicamente a me molto a cuore, come il concorso dei 436 Vice Commissari, la
non cumulabilità delle indennità con l’ordine pubblico, nonché sul ordine pubblico
fuori sede per la stradale, mentre per i 455 idonei forti pressioni sono state elevate da
molti dei tuoi segretari generali provinciali.
Hai tentato di mettermi il “bavaglio”, non mi hai fatto sentire più libero
di esprimere liberamente la mia opinione, consigliandomi fortemente di non uscire
su questioni centrali, anche sugli organi di stampa, come la carenza cronica dei DPI o
questioni analoghe riguardanti la pandemia, dove i lavoratori si sono visti
abbandonati, snaturando le prerogative ed il ruolo di chi ha la responsabilità dei loro
diritti. Io da uomo d’organizzazione quale mi ritengo non ho più proferito parola,
addirittura acquistando DPI per gli operatori che sono in trincea, ma avremmo dovuto
invece denunciare agli organismi preposti tale grave mancanza.
Ognuno è responsabile a casa sua, ma sempre nel rispetto dei ruoli e delle
persone.
Forse non hai gradito l’autonomia politico-sindacale di questo segretario, ne
tantomeno la schiettezza sullo scudo penale per i dirigenti in sede civile e penale,
esprimendo contrarietà per la proposta in Commissione Difesa al Senato, oppure
l’aver stretto forti legami bilaterali con gli organi di stampa, affinché avessimo uno
strumento mediatico che desse voce ai poliziotti.
Non hai apprezzato, probabilmente, quando ho iniziato a dialogare con i partiti
politici a qualsiasi livello sempre a tutela dei lavoratori e delle loro famiglie.
Forse ho offeso la tua persona e la tua leadership, attuando strategie che
spettano, forse, al Segretario Generale Nazionale.
Fastidio probabilmente avrai provato, quando autonomamente , con i sindacati
confederali, ho lottato per alcune violazioni contrattuali e gestionali dei civili del
Ministero dell’Interno, che in quanto lavoratori, a mio parere, sono parte
fondamentale ed attiva del complesso meccanismo che è la Polizia di Stato.
Ecco Antonio, questa è confederalità, ben diverse dalle parole, solo parole, che
leggo all’interno dei gruppi e delle chat sindacali. Azioni non parole.
Segretario, questo tuo atteggiamento mi ha meravigliato, poiché fortemente
convinto che non appartenessi a quella categoria di Segretari Generali che quando
non possono gestitire i propri collaboratori, li costringono al silenzio,
delegittimandoli, denigrandoli e costringendoli ad abbandonare l’organizzazione
oppure commissariandoli; meccanismi antichi che non condivido e stigmatizzo con
forza.
Le strategie poste in essere sul territorio napoletano erano e sono il frutto di un
confronto democratico e pluralista, con chi oggi ne compone gli organismi statutari e
la segreteria provinciale, su questioni che tormentano la categoria e mettono a
repentaglio non solo i loro diritti ma anche la loro salute, se non la vita stessa.
I dirigenti sindacali, che ringrazio dal profondo del cuore per il lavoro svolto
potevano e possono ancora contare sul loro leader provinciale, ai quali ho sempre
detto che svolgono il ruolo di Segretario Generale nel loro ufficio, contrariamente io,
svolgo il ruolo di delegato di base su ogni posto di lavoro.
Grazie al loro valido e responsabile contributo fornito fin ora, ho potuto
mettere in campo iniziative a tutela dei lavoratori, campagne di sensibilizzazione e
mobilitazione che hanno indotto i Dirigenti o i Responsabili degli uffici a percorrere
la strada della concertazione e del dialogo, che con equilibrio tra gli interessi per il
buon andamento della Pubblica Amministrazione e la salvaguardia dei Diritti dei
colleghi, ha portato ad imporre le nostre idee.
Questo è un modello di sindacato, con uno schema preciso basato sul
sacrosanto principio che la tutela dei lavoratori viene prima di tutto ed a qualsiasi
costo, ma senza perdere di vista lo scopo per il quale lavoriamo, la tutela dei
Cittadini, delle Istituzioni ed il buon andamento della Pubblica Amministrazione ;
ecco Antonio, questo per me è fare gli interessi della categoria che rappresentiamo.
Non si abbandonano i dirigenti sindacali in difficoltà che dopo aver scelto di
seguire gli ideali e gli schemi di questo modello, lasciando storici sindacati, si sono
trovati soli nel momento del bisogno.
L’organizzazione che tu oggi dirigi a livello Nazionale, dovrebbe essere la
guida delle piccole realtà che vogliono e devono emergere, ma allo stesso tempo la
corazza e la voce delle strutture più grandi e con più problemi, con la consapevolezza,
concetto che sembrerebbe assente nelle tue azioni politiche, ma anche no e sarebbe
ancor più grave, che il lavoro svolto da tutti i dirigenti sindacali, di qualsiasi ruolo e
responsabilità, dovrebbe essere basato sulla democrazia e sulla partecipazione, per
arricchire le competenze degli stessi e ridurre i malesseri dei lavoratori.

È evidente il mio disagio sul fatto che si sia perso l’obiettivo del sindacato, soprattutto per quegli aspetti confederali che non abbiamo più, avendo scelto, come la storia insegna, di seguirti con onore del rispetto dei patti e con dignità umana. Hai condotto questa organizzazione sindacale in ben due federazioni con due patti affiliativi, che non hanno trovato la giusta strada politica e soprattutto il rispetto dei patti, facendo ricadere le responsabilità unicamente su di te, prima nel Coisp ed ora nel Siap.

Non hai fatto rispettare le intese, compreso la denominazione della
Federazione S.I.A.P.–U.P.L. Sicurezza oppure il doppio logo sui comunicati che sta
creando enorme imbarazzo a Napoli, contrariamente a quanto già comunicato all’Amministrazione per altre compagini Federative.

Potrei affrontare molte altre questioni, anche a difesa delle numerose lamentele sulla tua gestione provenienti da tutta Italia, ma non sono l’avvocato di nessuno e soprattutto ho il coraggio di dirti chiaramente quello che penso con dignità ed onore. Speriamo che non arrivi un commissariamento postumo retrodatato………….. Ora però, è arrivato il momento di farmi da parte, con la consapevolezza che
saprai scegliere un nuovo Segretario in grado di fare sintesi e portare avanti il tuo
progetto, un modo di fare sindacato che non condivido e non comprendo.

Una cosa è certa, ho percorso un sentiero straordinario pieno di soddisfazioni e risultati importanti, tutelando i lavoratori con passione e determinazione. Ti lascio, augurandoti un meraviglioso futuro politico-sindacale con una frase di Confucio: Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua.

Valentina Maisto
Valentina Maisto
Appassionata di scrittura ha pubblicato vari racconti con diverse case editrici e da sempre sogna di diventare giornalista. Ma il suo sogno più grande è quello di poter pubblicare una sua antologia di racconti.