La gran parte di noi sa già come difendersi efficacemente dalle moderne tecniche di intercettazione: perlustrare la propria casa o l’ufficio alla ricerca di cimici, collocare il telefono in un ambiente isolante, o addirittura, rimuovere i microfoni interni dai propri dispositivi elettronici etc. Ma una innovazione tecnologica proveniente da una sbalorditiva ricerca di alcuni scienziati israeliani stravolgerà le nostre certezze.
Un gruppo di ricercatori, infatti, ha annesso un termine inatteso all’elenco: rimuovere da una stanza qualsiasi oggetto metallico che risulti visibile da una finestra.
In vista della conferenza di hacker Black Hat Asia 2022, che si svolgerà il prossimo Maggio nella città di Singapore, i ricercatori dell’Università Ben Gurion del Negev, in Israele, hanno in serbo la presentazione di una innovativa tecnologia di sorveglianza progettata per consentire a chiunque di ascoltare le conversazioni servendosi di null’altro che di attrezzature standard, al patto che esista un campo visivo che, attraverso una finestra, dia su una serie di oggetti riflettenti, presenti nella stanza.
LA TECNOLOGIA INNOVATIVA
Puntando un sensore ottico, convenientemente collegato a un telescopio su uno di questi oggetti lucidi – i ricercatori hanno testato la tecnica su elementi come bidoni della spazzatura in alluminio, un cubo di Rubik metallico etc. – il team universitario è stato in grado di rilevare le vibrazioni visibili sulla superficie dell’oggetto, azione che gli ha permesso di captare dei suoni e, dunque, ascoltare le conversazioni all’interno di una stanza.
A differenza di precedenti esperimenti, questa innovazione tecnologica ha consentito ai ricercatori di registrare conversazioni a basso volume. Questa tecnologia ha effetto su una ampia gamma di oggetti e permette di origliare in tempo reale, anziché ricostruire in seconda istanza l’audio di una camera.
“Siamo in grado di rilevare le conversazioni grazie a oggetti leggeri e lucidi posti in prossimità di un individuo, analizzando la luce che riflettono. E il bello è che possiamo farlo in tempo reale, il che significa che è possibile reagire subito alle informazioni rivelate nel contesto della conversazione“. – ha spiegato Ben Nassi, professore del Ben Gurion, il quale ha condotto la ricerca insieme a Ras Swissa, Boris Zadov e Yuval Elovici.