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Un nuovo trattamento contro la sclerosi multipla che da ottimi risultati

Una nuova terapia che agisce contro la sclerosi multipla, i risultati fanno bene sperare.

I dati riportati in Italia rivelano che c’è una media nazionale di 113 casi ogni 100 mila abitanti, rendendo questo paese tra quelli ad alto rischio rispetto alla media europea, da bollino rosso.

Cos’è la sclerosi multipla?

È una delle malattie più complesse, e anche più fuori controllo, che fortunatamente non è contagiosa però. 

È una malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale, è caratterizzata da una reazione anomala delle difese immunitarie, che attaccano alcuni componenti del sistema nervoso centrale scambiandoli per degli agenti estranei.

Tra le componenti nervose più suscettibili all’attacco figura la mielina. Nei pazienti affetti dalla malattia, infatti, la mielina risulta danneggiata.

I malati di sclerosi multipla non possono contare su una cura specifica, tuttavia sono a loro disposizione numerosi farmaci e altri trattamenti dimostratisi efficaci nel controllo della malattia.

Un nuovo studio contro la malattia

Al 30esimo Congresso del Comitato Europeo per il Trattamento e la Ricerca nella Sclerosi Multipla, Ectrims 2022, è stata presentata una nuova terapia capace di ridurre la progressione della malattia.

Si tratta di un trattamento che utilizza la molecola ocrelizumab: risulta che il 77% dei pazienti con Sclerosi multipla in fase iniziale, che non aveva però ricevuto nessun trattamento in precedenza, dopo due anni ha raggiunto l’assenza di evidenza di attività della malattia.

Si tratta di un dato variabile però, ed è ancora in fase sperimentale per essere rilasciato ufficialmente, ma i risultati fanno ben sperare.

C’è da dire però che le buone notizie non finiscono qui!

“…secondo i dati a nove anni presentati all’Ectrims, la terapia con ocrelizumab continua a dimostrare nelle persone con forma recidivante e primariamente progressiva di Sclerosi multipla un’efficacia significativa contro l’attività e la progressione della malattia, con un profilo di sicurezza coerente nel lungo termine”.

Per quanto riguarda le donne in gravidanza, i dati evidenziano che per più di 2mila donne,in trattamento con la molecola, non c’è un aumento del rischio di esiti negativi né per le donne, né per i loro bambini.

Ad oggi, in tutto il mondo, sono oltre 250mila le persone ad essere in trattamento con ocrelizumab.