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Un bigliettino sulla tomba di Giovanni Falcone

Un bigliettino lasciato sulla lapide di Giovanni Falcone, esprime la soddisfazione per l’arresto del boss Mattia Messina Denaro.

“Ce l’abbiamo fatta Giovà… Dopo 30 anni!!!”. La scritta è in stampatello, riportata con una penna rossa su un bigliettino che qualcuno ha lasciato sulla lapide di Falcone, nella chiesa di San Domenico a Palermo; la frase, seppur breve, racchiude bene il concetto: la felicità per l’arresto di un boss, Mattia Messina Denaro, latitante da tanto… troppo tempo.

Il giudice ucciso dalla mafia il 23 maggio del 1992 a Palermo nella strage di Capaci insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti di scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani, fu attentamente “studiato” nelle azioni quotidiane e lavorative, ma anche nei comportamenti, nelle frequentazioni, dall’allora boss emergente, Messina Denaro. 

Non si tratta dell’unico messaggio visibile sulla lapide di Falcone, ma il bigliettino, si può dire confidenziale, ha sicuramente un significato metaforico e d allusivo. 

L’immagine è stata pubblicata sui social dalla Fondazione Falcone, che ha postato una foto doppia: il boss nelle mani dei carabinieri e la tomba del giudice, piena di foglietti e messaggi. “Una giornata straordinaria. Un grande successo della Procura della Repubblica di Palermo e dell’Arma dei Carabinieri: il miglior modo per ricordare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel trentesimo anniversario delle stragi. Siamo grati allo Stato e alle Istituzioni e anche in questa giornata di gioia siamo dalla parte giusta. Da un lato l’arresto dell’ultimo boss stragista Matteo Messina Denaro, il peggior criminale e latitante d’Italia, dall’altro la fiducia e la speranza che vincono: un giovane laureato che ha lasciato ieri in segno di impegno la sua corona di alloro sulla tomba”. Il commento alla foto pubblicata.

Poche parole, quasi confidenziali, sottolineate da quel “Giovà”, come se chi ha scritto il messaggio fosse amico del magistrato palermitano. Non si sa chi lo abbia scritto, probabilmente una persona comune, un cittadino che ha voluto “lasciare il segno” e dare al contempo un forte messaggio per l’arresto del boss di Cosa Nostra che ebbe un ruolo centrale anche nelle stragi del 1992 e del 1993.

Da notare che il numero trenta è diventato simbolico, che in questa specifica vicenda assume una duplice veste. Trent’anni sono stati necessari per catturare Mattia Messina Denaro, ieri 16 gennaio, e trent’anni aveva il boss nel 1992 durante la stagione delle stragi di mafia.

Sicuramente l’arresto dell’ultimo boss stragista Matteo Messina Denaro, contribuirà a dare fiducia e speranza nella giustizia.

Una notizia che ha fatto immediatamente il giro dell’Italia. Telegiornali e altri massmedia, hanno subito dato la notizia dell’arresto del boss. In Sicilia, in particolare a Palermo e a Castelvetrano i cittadini si sono riversati in strada per festeggiare, evidentissimo l’entusiasmo, scandito dagli applausi delle persone comuni fuori alla clinica dove è avvenuta la cattura.

Felicità espressa anche con i tanti bigliettini che in queste ultime ricoprono la lapide del giudice Falcone, tra i quali questo. 

 “Ce l’abbiamo fatta Giovà… Dopo 30 anni!!!”, frase breve ma – tragicamente ironica – al tempo stesso, riaccende un barlume di speranza, donando un pò di soddisfazione a tutti, forze dell’ordine, politica e anche gente comune, che aspettava questo momento da tempo.

Immagine in evidenza: Fondazione Falcone