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Umberto Saba: 137 anni dalla sua nascita

Umberto Saba, all’anagrafe Umberto Poli, fu il teorico di una poetica che voleva una rappresentazione schietta della realtà, senza sfociare nello straordinario.

La vita

Poli nasce in una famiglia di origine ebraica, ben presto il padre abbandona sia lui che la madre, l’assenza di una figura paterna condizionerà parecchio la sua infanzia.

Una delle figure chiave della sua esistenza sarà la sua balia, detta Peppa, che amerà il piccolo Umberto e se ne prenderà cura al pari di una madre. E’ in suo onore che il verseggiatore sceglierà lo pseudonimo di Saba.

La sua giovinezza sarà quindi segnata da una fanciullezza difficile e dall’esperienza delle guerre mondiali che acuirono la sua sensibilità e le sue nevrosi.

La poetica

Le sue idee sono condensate nelle pagine di Quello che resta da fare ai poeti, opera pubblicata nel 1912, ove l’aforista presenta il giusto modo di fare poesia.

Un’analisi interiore, un’indagine che vada ad esaminare tutti i componenti della coscienza umana dell’autore di un determinato componimento deve necessariamente essere effettuata, al fine di rispettare i tormenti dell’anima di questi.

Chiara è l’ influenza della psicoanalisi sui testi che Saba scrive e che egli ritiene possa essere portata a degno compimento, mediante l’utilizzo dei versi.

Umberto Poli, come già accennato in precedenza, tiene soprattutto al rispetto della realtà così come essa si presenta.

La realtà raffigurata non è da interpretare come oggettiva, in quanto comunque filtrata dagli stati d’animo dell’autore.

Ad ogni modo, le sue raffigurazioni espongono la vita quotidiana di Trieste e dei suoi uomini più umili, per mezzo di un linguaggio mai eccessivamente formale.

Egli utilizza un registro familiare, preferendo strutture tradizionali alle ormai diffuse impostazioni della poesia futurista.

Le opere

Fra i suoi componimenti maggiori, non possiamo non citare il Canzoniere, opera che riassume ed esplica l’intera vita del poeta, in un romanzo fatto di versi.

Da ricordare anche il romanzo Ernesto, chiaro quadro delle turbe adolescenziali dello scrittore, uno dei prodotti letterari, a sfondo omoerotico, più importante della tradizione letteraria italiana.