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Tumore all’esofago si combatte grazie all’immunoterapia

Il tumore all’esofago viene spesso scoperto in fase ormai avanzata ed è il tumore con la prognosi peggiore. Sono assai basse le speranze di sopravvivenza quando si contrae questa malattia.

Dal congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology arrivano però importanti novità che sono state presentate durante la sessione plenaria, quella riservata agli studi di maggior rilievo: a quanto pare con un solo farmaco immunoterapico o con una combinazione di due immunoterapici diversi si ottengono risultati migliori che con la chemioterapia standard.

Nel 2020 in Italia sono stati stimati 2400 nuovi casi. Abbiamo due tipi principali di tumore dell’esofago: il carcinoma a cellule squamose, dovuto soprattutto al consumo eccessivo di bevande alcoliche e uso di tabacco e l’adenocarcinoma causato principalmente da malattia da reflusso e obesità.

“Circa la metà presenta la malattia già in stadio avanzato al momento della diagnosi” spiega Cascinu. E la prognosi è severa (la sopravvivenza media non supera i 10 mesi). Ecco perchè è così importante individuare nuove opzioni e la duplice immunoterapia è il primo trattamento a mostrare un beneficio in sopravvivenza in questi pazienti, che spesso sono molto fragili e colpiti anche da altre patologie.

I sintomi iniziali del tumore all’esofago sono la perdita di peso preceduta dalla disfagia, cioè dalla difficoltà ad ingoiare sia i solidi che i liquidi, insieme al dolore nella deglutizione. Nei casi più avanzati la crescita del tumore può provocare un calo o un’alterazione del tono di voce perchè coinvolge i nervi che governano la mobilità delle corde vocali.

Ci sono anche altri sintomi che non vanno trascurati come la sensazione di acidità, la tosse insistente e il bruciore dietro lo sterno.

Si tratta del nono tumore più frequente al mondo e colpisce prevalentemente gli uomini dopo i 60 anni.

Il tumore all’esofago è dovuto alle cellule che formano le ghiandole che producono il muco. Molto più raramente deriva dalle cellule muscolari più esterne.