Etiopia, 8:44 di questa mattina, ora locale.
Il Boeing 737–800 MAX della Ethiopian Airlines è precipitato, in seguito al decollo da Addis Abeba, in un’area a circa 60 chilometri a sud-ovest della capitale etiopica, vicino Bishoftu, nella regione di Debre Zeit.
Il volo, con a bordo 149 passeggeri ed 8 membri dell’equipaggio, era diretto a Nairobi.
Il bilancio dell’incidente non ha riscontrato, purtroppo, nessun sopravvissuto.
Tra le vittime, 8 italiani: Sebastiano Tusa, assessore regionale ai Beni Culturali della Regione Sicilia; Carlo Spini, la moglie Gabriella Viggiani e Matteo Ravasio, membri della Onlus Africa Tremila; Paolo Dieci, presidente del CISP (Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli); Pilar Buzzetti e Rosemary Mumby, impegnate nel
World Food Programme dell’ONU; Virginia Chimenti, che lavorava per un’organizzazione no profit.
Molti dei deceduti erano diretti a Nairobi per la quarta sessione dell’assemblea dell’ONU sull’ambiente (Unea-4), in programma domani.
Ecco la lista dei 35 paesi d’origine dei passeggeri coinvolti nel disastro, fornita dal bollettino numero 3 dell’Ethiopian Airlines, rilanciato con un tweet: 32 Kenya, 18 Canada, 9 Etiopia, 8 Cina, 8 Italia, 8 Usa, 7 Francia, 7 Gran Bretagna, 6 Egitto, 5 Germania, 4 India, 4 Slovacchia, 3 Austria, 3 Russia, 3 Svezia, 2 Spagna, 2 Israele, 2 Marocco, 2 Polonia, 1 Belgio, 1 Gibuti, 1 Indonesia, 1 Irlanda, 1 Mozambico, 1 Norvegia, 1 Ruanda, 1 Arabia Saudita, 1 Sudan, 1 Somalia, 1 Serbia, 1 Togo, 1 Uganda, 1 Yemen, 1 Nepal, 1 Nigeria, 1 passaporto ONU.
Il sito Flightradar24 ha riferito che il velivolo presentava una velocità verticale instabile. Il pilota aveva allertato i controllori di volo, segnalando alcune difficoltà e la necessità di tornare indietro, dopo essere partito da pochi minuti da Addis Abeba. Aveva perciò ottenuto l’autorizzazione a rientrare.
Il CEO della compagnia aerea si è recato sul luogo dell’incidente, mentre l’ufficio del primo ministro etiope ha espresso, a nome del governo e del popolo, le più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime.