Sempre più ricchi di nuove prospettive gli aggiornamenti per quanto riguarda la possibilità di tornare a scuola nella modalità standard in un periodo che potrebbe essere per alcuni prima di Natale, per altri appena terminate le festività.
Sembra che in questi giorni i ragionamenti di chi di dovere si stiano spostando finalmente su logiche che riguardano la maggiore o minore probabilità per le regioni – in base alle loro condizioni per quanto concerne l’emergenza sanitaria – di avere problemi con un’eventuale riapertura delle scuole!
Il desiderio da parte della Presidenza del Consiglio è quello di dare un segnale simbolico forte che faccia comprendere che l’intenzione è quella di tornare a scuola e al più presto “in carreggiata”.
Si ipotizza che sia in tavola una riapertura delle scuole superiori dal 14 dicembre, per quanto riguarda però soltanto le regioni a rischio giallo.
La notizia – secondo come riportato da ansa – arriva da un’indiscrezione rispetto ad una riunione sul prossimo Dpcm. Molto probabilmente al contrario di quelle che in questo momento potrebbero essere le opinioni di chi la scuola la rappresenta in ambito ministeriale, le reazioni dei vari presidi rispetto alla questione sono state abbastanza contrastanti.
In particolare, il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi – Antonello Giannelli – dichiara: “Noi abbiamo sempre auspicato un ritorno pronto alla didattica in presenza, spero che sulle riaperture ci pensino bene e valutino con attenzione”. Inoltre aggiunge: “capisco l’operazione simbologica ma mi chiedo cosa possa accedere nei grandi centri dove i trasporti non sono pronti”.
Vige insomma una certa preoccupazione in quanto tra i presidi ci si è auspicato in questo tempo sì che venissero riaperte le scuole, ma che al tempo stesso ci fossero i presupposti necessari perché questo potesse verificarsi con serenità.
L’opinione di Giannelli sarebbe dunque quella di chi preferisce in questo momento attendere che la situazione si presenti più favorevole prima di tornare a scuola, per non rischiare di aprire per voler dare un segnale di ripresa, con la possibilità di mettere in pericolo quelle zone che nella sostanza non sono pronte in questo momento per affrontare il movimento che si verificherebbe con una riapertura in questo momento.