Si sa, l’Italia è ricca di monumenti storici che impreziosiscono il nostro bel paese. A Torino, come simbolo della città, abbiamo la Mole Antonelliana. Situata nel centro storico, prende il nome dall’architetto Alessandro Antonelli, che ideò l’imponente monumento piemontese. All’interno di essa si trova il Museo Nazionale del Cinema e il Museo Egiziano.
Il monumento iniziò ad essere costruito nel 1863 su richiesta della comunità ebraica. Infatti, quindici anni prima, il re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia concedeva lo Statuto Albertino dove, tra le altre cose, concedeva agli Ebrei di godere di tutti i diritti civili e politici dei sudditi e, quindi venne concessa loro la libertà ufficiale di culto alle religioni non cattoliche. Nel 1862, l’Università Israelitica, per celebrare la conquista della parità di diritti, commissionò all’architetto Alessandro Antonelli la costruzione di una nuova sinagoga in città.
Nell’idea originale si voleva creare un tempio a cupola di 47 metri. Dopo l’inizio dei lavori, l’architetto cominciò però a introdurre un’infinità di variazioni e a modificare l’altezza dell’edificio, che arrivò a toccare i 112 metri. Quando mancavano soltanto nove metri al completamento dell’opera, nel 1869, i lavori vennero sospesi per mancanza di fondi che la comunità ebraica aveva messo a disposizione erano ormai esauriti. Così, nel 1877 il Comune di Torino si fece carico di completare l’opera, abbandonata ormai da un decennio.
La forma della Mole è unica nel suo genere e questo perché frutto della singolare tecnica architettonica messa in pratica dall’architetto Antonelli. La parte inferiore è tutta in muratura con una base quadrata superiore ai moduli poi sovrapposti. L’ingresso è tipico dei templi dell’antica Roma con colonne in stile neoclassico.
Molte sono le curiosità che riguardano il monumento di Torino, ma quella più curiosa è che la Mole Antonelliana è raffigurata sulle monete da 0,2 centesimi coniate dalla Repubblica Italiana.
I durissimi bombardamenti angloamericani su Torino del 1942, durante la Seconda guerra mondiale, non danneggiarono la Mole, che custodiva già, in un magazzino del seminterrato, i reperti che Maria Adriana Prolo, archeologa-collezionista, aveva raccolto meticolosamente negli anni su tutto quello che riguardava il cinema, con l’idea di fondare proprio in questo edificio il più importante Museo del cinema in Italia. Nel 1946, tutto il materiale (macchine da presa, pellicole, scenografie, riviste, fotografie e cartelloni cinematografici) risalì, dal seminterrato e dal 2000 la prestigiosa collezione del Museo nazionale del cinema ha trovato casa nell’edificio mozzafiato tanto voluto da Alessandro Antonelli.