I punti di “non-ritorno”, anche noti come “tipping points” sono dei livelli critici di alterazione degli ecosistemi. Il concetto venne introdotto con Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC), 20 anni fa.
Si tratta cioè di “soglie” a carico dei diversi sistemi ambientali che, qualora venissero superate, condurrebbero ad irreversibili e grandi cambiamenti negli ecosistemi, oltre che ad un aumento del ritmo nelle emissioni di gas serra naturali con conseguenze sullo stato del sistema climatico terrestre.
Una volta oltrepassati i livelli in questione, si verificano i cosiddetti “feedback loop“: una serie di reazioni a catena autoalimentate che conducono a modifiche ambientali irreversibili, ovvero una successione di cambiamenti repentini ed irreversibili con effetto a catena su tutto l’ecosistema planetario, di proporzione tale da impedirne anche il mantenimento di uno “stato di equilibrio del climatico”.
Per “tipping-point” su larga scala si intendono condizioni critiche come lo scioglimento delle calotte glaciali in Antartide e della Groenlandia; variazioni piuttosto significative della circolazione atmosferica su scale locali; l’aridificazione dell’Amazzonia.
Anche per questa ragione è fondamentale mantenere al di sotto della soglia dell’1.5°C l’aumento della temperatura media su lungo termine, al fine di evitare feedback loop irreversibili.
Lo scioglimento del ghiaccio artico ed antartico e della Groenlandia, un tipping points da non sottovalutare
Il disgelo dell’artico è una realtà attualissima con la quale ci ritroviamo a fare i conti. Con l’aumento di 2°C della temperatura terrestre esiste la concreta possibilità che la regione artica rimanga a secco di ghiaccio nei mesi estivi. Se questo dovesse verificarsi, porterebbe all’immediato innalzamento delle maree.
Anche la Calotta Glaciale della Groenlandia si sta rapidamente sciogliendo, si è osservato che sia condannata a farlo entro il 2030, se l’innalzamento delle temperature non si arrestasse.
La deforestazione della foresta amazzonica
La deforestazione e il cambiamento climatico stanno profondamente destabilizzando l’equilibrio dell’Amazzonia, la più grande foresta pluviale del Pianeta. Perizie sul punto di non ritorno dell’Amazzonia si aggirano fra tra il 20 e il 40% di perdita della copertura forestale, e già il 17% è stato perso dal 1970 ad oggi.
Il tipping point della calotta glaciale antartica
Gli scienziati hanno reso manifesto che il Mare antartico occidentale potrebbe già aver superato il punto di non ritorno: la zona in cui ghiaccio, oceano e roccia si incontrano si sta ritirando in modo irreversibile, con un effetto domino che condurrebbe ad un innalzamento del livello del mare di oltre 3 metri di altezza in 100 anni.
Cosa fare per i tipping points?
Secondo le ultime ricerche, abbiamo a disposizione tra i 20 e i 30 anni ancora per risanare l’equilibrio climatico della Terra. Per farlo, sarà necessario investire a livello mondiale su politiche di decarbonizzazione e limitare le emissioni.