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Timau il sottile legame linguistico con l’Italia

Il piccolo centro montano di Timau, al confine con l’Austria, si caratterizza per la presenza ancora viva di una parlata di origine germanica: il timavese. La popolazione della comunità trilingue di Timau, insieme a quella di altre due località montane non lontane, costituisce la minoranza linguistica tedescofona dell’area.
Questo piccolo nucleo abitato è stato oggetto, negli anni 1987-89, di un’indagine linguistica unica. Giuseppe Francescato e Paola Solari Francescato hanno campionato l’intera popolazione suddividendola per nuclei familiari. Scopo della ricerca era testare le relazioni esistenti fra i tre codici parlanti nel centro: italiano, friulano e timavese. Il questionario mirava anche a testare competenze attive e passive. Ne è emerso un quadro in cui il timavese e il friulano dimostrano una buona vitalità, sebbene il primo risulti prevalentemente diffuso tra gli anziani. 

Tra il timavese e il friulano da una parte, e l’italiano dall’altra, si stabilisce un evidente rapporto di diglossia accompagnata da bilinguismo.

Timau il sottile legame linguistico con l’Italia

Mazara del Vallo è una cittadina del sud-occidentale della Sicilia, scenario di un fenomeno immigratorio che emerge nel quadro nazionale per antichità, consistenza e omogeneità dei luoghi di provenienza. Gli immigrati di Mazara provengono quasi tutti dalla Tunisia e hanno raggiunto una consistenza numerica notevole. La principale attrazione del centro è data dal settore peschereccio. Lo spazio fisico e sociale all’interno del quale si muove la maggioranza di questi immigrati appare così ristretto ai pochi metri quadrati che costituiscono la superficie di una barca dove vivono l’uno accanto all’altro pescatori ed autoctoni. Il siciliano predomina in questo contesto come lingua di comunicazione; in generale il dialetto conserva a Mazara una forte vitalità e viene utilizzato in un’ampia gamma di situazioni, anche formali. Il repertorio della comunità tunisina è prevalentemente costituito dall’arabo al-fusha e dal dialetto tunisino come idiomi di partenza. Per quanto riguarda la lingua d’arrivo siamo in presenza di un codice misto siciliano/italiano, all’interno del quale i due idiomi si mescolano. Dunque si sviluppa spesso un’interlingua assai elementare con marcata tendenza alla fossilizzazione.