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Terzo appuntamento per la Giornata mondiale del Cotone

Terzo appuntamento per la giornata mondiale del cotone, settore tessile importantissimo nell’industria.

La giornata mondiale del cotone è stata organizzata dalla UNIDO (ONU per lo Sviluppo Industriale), per fare un omaggio ad un settore che occupa una grande parte del contesto lavorativo: dall’agricoltura all’industria, al design.

Il cotone è legato anche ad argomenti cardine della società odierna come sostenibilità, riduzione degli sprechi e soprattutto al mondo artigiano locale che ben può competere con la produzione industriale.

Le origini del cotone 

Il cotone fu importato dagli Arabi, deriva dal subcontinente indiano, dalle regioni tropicali e subtropicali dell’Africa e delle Americhe.

Il cotone era già presente prima del secondo millennio a.C. in India ed anche in Perù, ed era ampiamente noto agli Aztechi in America. Le prime testimonianze dell’esistenza di questa fibra risalgono a cinquemila anni fa e sono state trovate in Pakistan e in Messico, ma tracce più recenti le abbiamo anche nei geroglifici egiziani e nelle cronache di Erodoto.

Il cotone si ricava dalla bambagia, una palla morbida di colore bianco che racchiude il seme: è una fibra tessile ricavata dai semi delle pianta arbustiva del genere Gossypium.

È un prodotto molto versatile, è un tessuto leggero, elastico, in grado di assorbire umidità; è adatto nel creare abiti, anche abiti tecnici professionali, utilizzabili sia in inverno che in estate, inoltre è facilmente lavabile e soprattutto riciclabile.

Produttori e consumatori 

Il ministero dell’Agricoltura statunitense nel 2005 ha esposto i dati di una ricerca fatta proprio riguardo il cotone: i maggiori produttori di cotone sono la Cina, con 5,7 milioni di tonnellate;  gli Stati Uniti, con 5,2 milioni; il Pakistan, con i suoi 2,1 milioni;  Uzbekistan, con 1,2 milioni; il Brasile con 1 milione.

Per quanto riguarda gli altri paesi invece è emerso che ne producono meno di un milione di tonnellate.

Gli Stati Uniti sono i maggiori produttori, poiché producono molto più di quello che consumano: producono 5,2 milioni di tonnellate, ma ne consumano 1,3; La Cina invece risulta è all’estremo opposto: produce 5,7 milioni di tonnellate, ma ne consuma 9,8 e le sue importazioni sono quasi la metà del totale mondiale, ossia 9,5 milioni.

L’Italia invece è il principale importatore dopo la Russia, con 147.000 tonnellate; il Bangladesh invece ne importa 446.000 tonnellate; in Corea del Sud invece con 228.600 tonnellate.