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Terza dose: arrivato l’ok dell’Agenzia italiana del farmaco

Arrivato l’ok della terza dose dall’Agenzia Italiana del Farmaco, il vaccino anti-Covid per soggetti immunodepressi ma anche anziani in determinate strutture e a determinati operatori sanitari che sono a maggior rischio di contagio.

Non si può decidere ancora per il possibile richiamo della terza dose per tutta la popolazione. Dovrà in merito esprimersi l’Agenzia Europea dei medicinali.

Allo studio Ema (Agenzia europea per i medicinali) attualmente vi è una dose “booster” del vaccino Comirnaty (Pfizer/BioNTech) , questo booster è da somministrare sei mesi dopo la seconda dose a persone dai 16 anni in su.

Lo scopo è quello di richiamare la protezione, dopo che è diminuita col tempo. L’esito della valutazione arriverà “entro le prossime settimane”.

In una nota del 1 settembre dell’Ecdc (Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) si dichiarava:” Dovrebbero essere già prese in considerazione dosi aggiuntive del vaccino Covid-19 per le persone con un sistema immunitario gravemente indebolito, come parte della loro vaccinazione primaria, se non raggiungono un livello adeguato di protezione con la vaccinazione primaria standard”.
Mentre invece si dichiara:” Non urgente la somministrazione di dosi di richiamo a individui completamente vaccinati nella popolazione generale.”

L’Agenzia Europea del Farmaco sta “monitorando in modo proattivo l’avanzamento degli studi che fanno parte degli obblighi specifici”.

Paolo Figliuolo:” Si partirà con la terza dose a settembre per gli immunodepressi, una platea di 3 milioni di persone. A seguire si andrà sugli anziani e i sanitari, e poi vedremo…”
Anziani con pluripatologie, pazienti con malattie respiratorie, cardiocircolatorie e neurologiche, diabetici, insufficienza renale, pazienti con malattie auto-immuni…

Si partirà quindi a fine settembre con la terza dose. Tra i primi coloro con esigenze prioritarie da tutelare. Per tutto il resto della popolazione non abbiamo ancora una conferma.

A convocare i pazienti delle categorie più fragili saranno le strutture sanitarie, per gli altri si passerà per gli hub e gli studi dei medici.