Terme romane di Via Terracina a Fuorigrotta, riaprono di nuovo al pubblico il prossimo weekend.
Origini
Il complesso fu portato alla luce alla fine degli anni ’30 mentre si costruiva la famosa ” Mostra d’Oltremare”.
Originario della prima metà del II secolo D. C, l’edificio presenta più livelli e probabilmente alimentato dall’acquedotto del Serino, costruito in opera listata ( laterizio), ha subito nel corso del tempo molteplici modifiche e interventi sull’organizzazione degli spazi.
Quando fu costruito, l’ingresso del complesso termale dava direttamente sul vestibolo, in cui si trova ancora oggi e il suggestivo mosaico che raffigura una ninfa del mare, adagiata sulla coda di un tritone e attorniata da delfini e amorini restaurato dal Gruppo Archeologico Napoletano proprio l’anno scorso.
I percorsi terapeutici erano diversi in antichità, il principale aveva ben quattro ambienti riscaldati a temperature diverse riferibili a diversi scopi, due vasche calde e due fredde. C’era poi un vano di passaggio decorato da un mosaico pavimentale raffigurante animali mitologici e figure antropomorfe.
L’impianto delle terme romane è ispirato sostanzialmente da quelli di Cuma e Ostia, ed era un polo d’attrazione per chi necessitava di ritrovare salute fisica e benessere psicologico. Messo a disposizione dei viandanti della Via Puteolis-Neapolim, e anche per il villaggio di Marcianum, l’odierno quartiere di Fuorigrotta e Bagnoli.
Nel luglio dello scorso anno gli studenti dell’Università di Napoli Federico II, l’Orientale riportarono alla luce un’area del tutto inedita che collegava il porto di Pozzuoli con Napoli e un altro pavimento di alto pregio, sotto la direzione dell’archeologo Marco Giglio.
La riapertura tanto attesa rispetterà i protocolli messi a punto per limitare il contagio di Covid-19. Le visite potranno essere fatte da un massimo di 15 visitatori prenotati con turnazioni differenti, obbligo di mascherina e distanziamento sociale.
WEEKEND 20 giugno: turni ore 16.30 e 18
21 giugno: turni ore 10 e 11.30