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Teatro, Andò: “È la leva per far rinascere la città”

In pochi attimi si è completamente ribaltato lo scenario del teatro: con l’approvazione delle capienze al 100%, infatti, la sensazione che sperimenteremo tornando in sala sarà quella di una ritrovata pseudo-normalità.

Il Direttore del Teatro Stabile di Napoli, il regista Roberto Andò che, con tutte le cautele, auspica che il peggio sia ormai visibile soltanto dallo specchietto retrovisore e che il pubblico, con adeguata gradualità, torni a ripopolare le sale.

Ha avuto inizio da poco la stagione teatrale dello Stabile partenopeo, accodandosi a quelle del Ridotto e del San Ferdinando domani, 20 ottobre inaugurerà il Mercadante, con un suo spettacolo intitolato “Piazza degli Eroi, tratto da un testo di Thomas Bernhard. La neo-nata stagione porterà al Mercadante nomi di spicco come quelli di Toni Servillo, Mario Martone, Emma Dante, e tanti altri.

“Piazza degli Eroi” è un testo che richiede l’attiva partecipazione del pubblico, proprio perché si tratta di una vivace allegoria contenente molte riflessioni sull’attualità, rivolte alla stimolazione del senso critico delle persone. È un testo sul senso della vita, ricco di tematiche politiche e di aspetti molto pungenti ed eventi che sono tutt’ora alla ribalta.

Questo testo è programmatico rispetto a quello che voglio fare. La stagione si è inaugurata con due spettacoli – oltre al mio – che fanno da portabandiera: “L’ultimo nastro di Krapp” di Samuel Beckett è un capolavoro assoluto del ‘900 che si spinge oltre, perché è un testo che è il modello di un teatro che si farà dopo, un teatro ammutolito, che non ha più parole. Poi c’è lo spettacolo di Davide Iodice, che affronta coraggiosamente una realtà quasi documentaria, anche se poi riscritta da Pisano con grande maestria, ma resta documentaria e ci rimette davanti a questo sgomento che abbiamo vissuto (la pandemia, ndr), e uno degli aspetti più interessanti del teatro è che può essere anche terapia.”, spiega Roberto D’Andò.

Sicuramente è molto importante la presenza di Toni Servillo, il fatto che torni al Mercadante con uno spettacolo anomalo, legato alla poesia di Franco Marcoaldi, e anche qui c’è una grossa risposta del pubblico che è ansioso di rivederlo. Lo dico perché Toni è un bene prezioso di Napoli, ovviamente, ma anche dell’Italia nel mondo, una persona con cui mi confronto da tanti anni nel cinema e che ammiro fortemente, quindi mi fa piacere che sia voluto tornare e spero che sia l’inizio di una collaborazione.”