giovedì 21 Novembre, 2024
13.6 C
Napoli

Articoli Recenti

spot_img

Svevo, il letterato più innovativo del xx secolo, nacque il 19 dicembre 1861.

Il 9 dicembre 1861 nacque Italo Svevo, lo scrittore della letteratura  italiana più famoso della sua epoca. Pieno di ironia, alle volte triste e smemorato , Italo Svevo è l’interprete della coscienza e della della crisi dell’uomo contemporaneo, l’inventore del romanzo d’avanguardia, il più europeo degli scrittori italiani. Italo nasce a Trieste il 19 dicembre 1861 da una famiglia ebrea. Il suo vero nome era Ettore Schmitz e dopo aver compiuto gli studi commerciali, cominciò le sue letture e la sua passione per la letteratura.
La famiglia d’origine era una famiglia borghese, il suo lavoro sta nell’aver contribuito alla nascita del romanzo contemporaneo, inteso modo in cui si parla di conflitti interni dell’uomo moderno, le sue ansie e le sue contraddizioni.
Lo pseudonimo, Italo Svevo, è da identificare con la sua origine geografica controversa: Italo perchè italiano, Svevo perchè germanico. La famiglia era tedesca da parte materna, c da parte della paterna aveva origini italiane.
Svevo considerava la scrittura come conoscenza della realtà e rifiuto dell’estetica letteraria, inoltre ricercava la perfezione linguistica, in favore  della realtà esteriore del mondo e a quella interiore dell’uomo.
Lo scrittore italiano del primo Novecento,da giovane aveva studiato materie tecniche e si era laureato in economia e commercio sia frequentando scuole in Germania che a Trieste.
Il suo primo libro fu “Una vita” che fu pubblicato nel 1892. In seguitò iniziò gli studi di psicologia e psicoanalisi fondati sulle teorie di Freud, utilizzate come tema fondamentale per scrivere il suo romanzo più famoso “La coscienza di Zeno”.
A Svevo non interessava rientrare in quelle esperienze culturali italiane volte a superare la crisi post-risorgimentale nella valorizzazione della realtà e dei problemi regionali. Non gli interessavano i modelli comportamentali della borghesia velleitaria o delusa. Il suo orientamento andava in direzione di un tema esistenziale, verso la rappresentazione della solitudine e dell’isolamento degli individui che guardano in maniera pessimistica la vita. La sua poetica, rientra nel vasto movimento decadentistico.