Innalzamento imprevisto del livello dei mari.
È la conseguenza dello scioglimento dei ghiacciai, atteso sulle Alpi e in molte zone del mondo, entro il 2100.
Lo afferma l’Università di Zurigo, la quale ha pubblicato, sulla rivista Nature, uno studio a riguardo.
I ghiacciai rappresentano circa il 5% dei ghiacci totali del pianeta, mentre la restante parte è costituita da Groenlandia e Antartide. Un ecosistema che, attualmente, è in forte pericolo.
Tuttavia, non risulta assolutamente semplice definire la loro perdita di massa ed il loro apporto all’innalzamento delle acque.
Gli scienziati, guidati da Michael Zemp, hanno dunque operato dei calcoli sulla base di dati già noti, tra i quali quelli di Massimo Frezzotti, ricercatore dell’Enea e presidente del Comitato Glaciologico Italiano.
Sono state utilizzate informazioni provenienti da 19.000 ghiacciai, dei quali sono stati stimati i cambiamenti di massa avvenuti tra il 1961 e il 2016: dai risultati è emerso che essi hanno provocato un innalzamento di 27 millimetri (30%). In particolare, il periodo tra il 2006 e il 2016 ha contribuito, da solo, con circa 1 millimetro l’anno. Ciò significa che l’apporto dei ghiacciai ha raggiunto, pressappoco, quello della Groenlandia ed ha superato quello dell’Antartide.
Frezzotti ha spiegato: “I ghiacciai rappresentano un’importantissima risorsa economica, specialmente nei periodi di siccità. È ormai noto a tutti che i ghiacciai alpini si stanno ritirando e che il loro scioglimento è accelerato negli ultimi anni. Se le condizioni dovessero restare quelle attuali, entro il 2100 rimarranno, probabilmente, soltanto quelli che si trovano oltre i 3.000 metri di quota“.
Un accorato grido d’allarme, per un bene che rischia di scomparire.