Da oggi si può guadagnare vendendo i propri dati personali all’azienda social più conosciuta ed in vista sul panorama internazionale. Facebook inc. lancia un’app per raccogliere, consenzientemente, i dati dei clienti che la scaricano.
Per partecipare al programma ed ottenere la propria ricompensa, bisogna scaricare l’applicazione Study from Facebook, appositamente creata per le ricerche di mercato.
La nuova app sarebbe l’erede di Facebook Research, sospesa all’inizio dell’anno a causa di alcune pratiche poco chiare nella raccolta dati degli utenti.
Non tutti potranno accedere al programma di condivisione, gli iscritti idonei saranno reclutati mediante annunci pubblicitari al fine di evitare che qualcuno possa prendere parte all’esperimento solo per assicurarsi un’entrata economica.
Non saranno raccolti tutti i dati personali presenti sullo smartphone. L’ap non avrà accesso a informazioni su credenziali e password, a contenuti e messaggi condivisi con i contatti, nessuna vendita di dati a terze parti e nessuna profilazione per il successivo invio di messaggi pubblicitari su misura.
Facebook ha deciso di non diffondere notizie circa l’ammontare del compenso per i partecipanti, che con Facebook Research arrivava fino a 20 dollari, sono chiari invece i dati che saranno registrati dall’app.
Facebook vuole conoscere le app installate sul telefono, le funzionalità più utilizzate, quanto tempo si trascorre su ogni app, il Paese di provenienza, la tipologia e modello del dispositivo che si usa.
A Study possono accedere solo i maggiorenni. Il servizio sarà disponibile, inizialmente, solo negli Stati Uniti e in India, per poi espandersi entro pochi mesi.
Arrivano contemporanesmente le rivelazioni del Wall Street Journal, secondo le quali Mark Zuckerberg sapeva dei problemi alla privacy di Facebook.
Ciò lo si evincerebbe delle pratiche dubbie adottate che hanno portato allo scandalo dei dati ceduti a Cambridge Analytica.
Grazie ad alcune email recentemente scoperte, Facebook avrebbe voluto raggiungere rapidamente un patteggiamento con la Federal Trade Commission riguardo la privacy, tutto ciò al fine di evitare danni alla reputazione del social.