Non possiamo pensare di essere felici se non dedichiamo buona parte della nostra giornata al compito di coltivare buone relazioni, siano esse d’amicizia, familiari o sentimentali.
Possiamo sforzarci di ricercare il significato della nostra esistenza nel lavoro, denaro, successo personale o professionale ma la verità è che saremo sempre dei poveri infelici se siamo soli.
Uno studio dell’Università di Harvard che va avanti ininterrottamente dal 1938 ha confermato questa teoria. Durante questi ottant’anni i ricercatori del reparto di psicologia e psicoterapia dell’ateneo hanno condotto interviste a migliaia di studenti universitari per chiedergli cosa fosse per loro la felicità. Queste persone sono state continuamente intervistate nel corso degli anni, anche dopo la laurea, e i risultati delle analisi condotte hanno fatto concludere che le persone risultate più felici, che si sentivano maggiormente appagate e soddisfatte della qualità della loro esistenza, erano quelle che avevano una buona e sana rete di relazioni. Niente ripaga come un gesto d’affetto, una parola d’incoraggiamento, un sorriso o una risata di una persona a noi cara.
Ovviamente non conta solo la quantità ma anche la qualità delle relazioni. Si può essere soli in mezzo ad una folla o rimanere in una relazione ormai morta soltanto per paura della solitudine o per mantenere viva una rassicurante routine. Le relazioni sono una sfida, pertanto vanno ravvivate e coltivate costantemente.
Provate anche voi. Terminate una giornata impegnativa, ricca di eventi, prendendo una birra con un amico. Il giorno dopo ripensate alla giornata prevedente e fate caso a quale sia stato l’evento più significativo, che vi ha lasciato le emozioni e le sensazioni maggiormente positive. Scommetto che rimarrete stupiti della conclusione a cui giungerete.
È proprio vero che le cure dell’anima migliori vengono dalle cose più semplici.