La questione dell’adeguamento dello stipendio docenti è da tempo oggetto di diatriba tra lo stato e i sindacati.
L’ultimo adeguamento c’era stato nel 2018, dopo ben otto anni di assenza e non aveva soddisfatto i docenti che si erano visti arrivare in busta paga solo 85 euro lordi.
La richiesta ora è che il governo faccia qualcosa di più, garantendo un aumento almeno a tre cifre. Aumento che sia, inoltre, uniformato ad ogni scuola di ordine e grado.
La richiesta di adeguamento dello stipendio docenti nasce anche dal fatto che questa categoria in Italia viene resta spesso fanalino di coda nelle questioni governative, lasciando di fatto un divario considerevole tra i nostri insegnanti e quelli del resto d’Europa.
Sulla questione aumento si è espresso il Ministro della Pubblica Istruzione, Bianchi, il quale ha dichiarato :“In fatto di stipendi dei docenti, sul bilancio corrente stiamo facendo un ragionamento e sarà il Parlamento a dire la sua”.
Una frase che lascia aperti mille scenari, ma che comunque fa intendere la volontà di cambiare qualcosa.
Molto dipenderà dalla nuova legge di bilanci. Attualmente la cifra a disposizione sarebbe di 3,7 miliardi che dovrebbero garantire un incremento lordo di 107 euro. A questi però, occorre detrarre i fondi per pagare l’indennità di vacanza contrattuale (circa 500 milioni), dunque si arriva ai famosi 87-90 euro lordi, base minima per la trattativa (è inclusa nella cifra che l’elemento perequativo di 11,50 euro).
Mentre il governo, come spesso accade, cerca di far quadrare i conti alcuno gruppi social hanno aperto una petizione per avvalorare le loro richieste.
Nel testo, di cui si riportano uno stralcio, si legge: “Noi insegnanti italiani chiediamo un adeguamento dello stipendio di almeno 200 euro netti mensili ad invarianza degli oneri contrattuali, per recuperare il potere di acquisto fermo, ormai, al 2009. E questo a fronte di un aggravio notevole degli oneri burocratici della propria professione, che determina situazioni di stress tali da far considerare, in alcuni casi, la nostra professione quale usurante”.