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Stati Uniti: condannata per omicidio l’agente Potter

In Minneapolis, negli Stati Uniti, l’agente Kim Potter è stata dichiarata colpevole per aver ucciso un ragazzo ventenne nero nell’aprile scorso.

 La donna confuse la pistola con il taser e per questo fatale errore rischia 15 anni.  Proprio nella giornata della vigilia di Natale è arrivata per la poliziotta bianca del Minnesota.

La tragedia si consuma l’11 aprile scorso quando una volante ferma a un incrocio di Brooklyn Center l’auto di Daunte che ha una targa scaduta. Inoltre, durante i controlli il poliziotto  che era di pattuglia con la Potter si accorge che Wright è ricercato perché non si è presentato in tribunale per rispondere di un possesso illegale di armi.

Quando l’agente cerca di ammanettarlo, Daunte si divincola, risale in auto e cerca di ripartire. Mentre la poliziotta sta cercando di fermarlo, avverte che lo colpirà. La scena è ripresa da una telecamera: la donna urla più volte la parola “Teaser”, ma sbaglia e prende l’arma da fuoco con cui lo colpisce al petto. Appena resasi conto dell’errore, la donna si accascia al suolo addolorata.

La vicenda è avvenuta in un periodo molto teso tra polizia e cittadini americani, visto che un anno prima un agente di polizia uccise George Floyd tenendogli un ginocchio premuto sul collo facendolo morire soffocato.

La sera del 25 maggio 2020 (in piena pandemia), l’uomo compra un pacco di sigarette con una banconota da 20 dollari falsa e l’impiegato chiama il 911. Uno dei poliziotti, Derek Chauvin, ferma l’uomo, lo blocca, si accanisce, per 8 minuti spinge il suo ginocchio contro il petto di Floyd che ripete “non riesco a respirare” e muore.

Tutta la scena è ripresa con i telefonini dei testimoni, il video finisce sul web, esplode il caso, poi la protesta, si riempiono le piazze contro la polizia e Trump, l’America è in rivolta.

George Floyd aveva 46 anni e lavorava come buttafuori, ma negli ultimi mesi, come milioni di americani, era rimasto senza lavoro a causa del coronavirus. Floyd andava spesso in quel negozio, era conosciuto e si sapeva che non era pericoloso, ma quella sera al bancone non c’era il proprietario, ma un ragazzo che non lo conosceva e ricevendo la banconota falsa ha rispettato la procedura chiamando la polizia.

Negli Stati Uniti, i cittadini afroamericani non si sentono tutelati, i poliziotti bianchi li uccidono con più facilità, sono più duri solo perché sono di colore.