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Aurelio e la voglia di vincere.

Il presidente ha pronunciato la parola magica: vincere. “Io voglio vincere” e ad un tratto risulta già meno antipatico, ancora, “voglio un calciatore da trenta gol”, -moooo siiii-, grande presidente se continui così diventi il più amato tra i dirigenti. La campagna abbonamenti, mai così bassi i prezzi, – ma vuoi vedere che ADL l’ha capito cosa deve fare per avvicinare il pubblico, i napoletani? Cominceranno a fare sedute di allenamento anche al San Paolo? Adesso si, che possiamo pensare ad una vera operazione simpatia, quella di cui la squadra aveva bisogno. Era un incubo quello stadio “colmo di vuoti” e l’ossimoro non è casuale, Aurelio lo ha capito, sta provando a spezzare la lancia della “guerra fredda” che nel corso della stagione passata ha quasi svuotato lo stadio; mai così scoraggiante il responso del botteghino, con gli azzurri abbandonati a se stessi, nonostante le vittorie, il secondo posto, la brillante quanto sfortunata Champions, i quarti in Europa League. Ora si cambia, il Napoli ai tifosi, alla città, perchè troppo prezioso il legame, la squadra non può fare a meno dell’entusiasmo della gente, lo deve sentire durante le partite. Lo stadio non è più un rudere, sono stati spesi dei soldi– benedetta l’Universiade- che hanno immesso sangue fresco nelle vene di quegli spalti storici con i sediolini nuovi di zecca e con due tabelloni che riparano un torto troppo grande subìto per troppi anni e che sono la ciliegina sulla torta di un restyling che si spera sia il primo di una lunga serie. La convenzione per la sua gestione, studiata, stilata, proposta, approvata e sottoscritta tra il comune e la SSCN, della durata di cinque anni (più opzione per altri cinque) auspicata da tempo immemore con la promessa (scritta) della società azzurra di provvedere al pagamento degli arretrati e la preghiera ai frequentatori di serbarlo con amore; è la casa dei tifosi. Infine la campagna acquisti che la presenza di garanzia dell’allenatore Ancelotti fa finalmente auspicare grandi colpi in barba alla proverbiale cautela amministrativa e in onore ad un leggero rischio d’impresa che non rovina ma punta ad un aumento di fatturato, unica arma per essere più competitivi. Senza pazzie però, quelle non le chiedono neppure i tifosi più accaniti ma che hanno un po di sale in zucca; le pazzie possono far rompere il giocattolo e con un giocattolo rotto non si diverte più nessuno, è accaduto in passato e può succedere ancora. De Laurentiis, inaspettatamente ha bussato ad una porta che di sicura gli verrà aperta perchè Napoli è una città molto accogliente. Che possa iniziare un idillio e durare a lungo. Il più possibile.