Stabiae così come Pompei, non smette mai di sorprendere.
È emerso durante gli ultimi lavori per l’accessibilità, si tratta di un serbatoio in piombo con due chiavi di arresto dell’acqua risalente a duemila anni fa, anche se a colpire è la modernità che lo contraddistingue.
Si tratta di una meraviglia storica ritrovata, assieme ad altri elementi idrici, presso Villa Arianna nel sito archeologico di Stabiae, che ricordiamo rientra nelle competenze del Parco archeologico di Pompei.
“Un serbatoio come questo, con le sue chiavi di arresto, rientra in quella tipologia di impianti e apprestamenti che possono sembrare quasi moderni per come sono fatti e che hanno sempre destato stupore sin dalle prime scoperte tra Stabia, Pompei e Oplontis” ha spiegato il Direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel.
Stabiae: storia ed identità senza tempo
Al pari del celebre parco di Pompei, Stabiae è un prezioso scrigno storico, dove tutto rispondeva a precisi criteri estetici e dunque anche il serbatoio dell’acqua presenta delle decorazioni a vista.
Era stato individuato tempo fa ma solo ora è riaffiorato durante le operazioni per migliorare l’accessibilità nel sito archeologico.
I lavori, condotti con la supervisione della Direttrice del sito, Silvia Bertesago, rientrano nel cantiere in corso per l’abbattimento delle barriere architettoniche e il miglioramento dell’accessibilità.
Per quanto riguarda la storia di Villa Arianna, la struttura risale al II secolo avanti Cristo, e si trova nell’estremità ovest della collina di Varano.
Deve il suo nome alla presenza di un affresco con Arianna appena abbandonata da Teseo. Non si sa ancora chi fosse il proprietario della villa, ma si tratta probabilmente di un senatore romano forse morto durante l’eruzione del Vesuvio che seppellì anche Stabiae.
Il serbatoio portato alla luce, serviva a portare l’acqua nei vari ambienti della Villa, o anche alle terme che ovviamente non tutti avevano in casa.
La presenza del serbatoio e di elementi idrici riconduce ad un sistema di ampie cisterne per la raccolta dell’acqua che veniva poi smistata attraverso un sistema di canalizzazione.
Il reperto, posizionato nel giardino a pochi passi dall’ingresso dell’atrio, sarà visibile all’interno del cantiere per alcune settimane prima della definitiva “musealizzazione in situ” a partire da mercoledì 26 ottobre dalle 15 alle 16 nell’ambito delle iniziative dei “Cantieri aperti” del Parco archeologico, senza obbligo di prenotazione; l’ingresso è gratuito.
A Stabiae si possono ammirare alcune splendide ville con affascinanti affreschi e preziosi mosaici, meno noti rispetto a Pompei o Ercolano, ma non per questo da trascurare; e il serbatoio ritrovato ne è la prova.
Un sito storico ed archeologico di eccezionale importanza, proprio per il suo percorso storico e per le aree come quella dove è stato ritrovato il serbatoio.