Si apre con un’inquadratura sulla copertina “Kill Bill Diary” di David Carrandine lo spot dedicato alle zanzariere Palangina. La ragazza sta leggendo tranquillamente quando il fastidioso ronzio delle zanzare inizia a permeare l’aria.
Il suo compagno dà quindi luogo ad un improvvisato safari per scacciare le ospiti indesiderate, sui colpi ispirati proprio al titolo “Kill Bill” del regista Tarantino.
La lotta è dura e l’uomo ne esce stremato, fin quando interviene la donna con “la mossa giusta” – questo il titolo dello spot -. Si dirige fiera verso il terrazzo di casa e chiude la zanzariera, arginando ogni ingresso di zanzare o altri insetti molesti.
Palangina, azienda toscana produttrice di zanzariere e tende tecniche, ha affidato la realizzazione dello spot ad Area 52. L’agenzia milanese ha messo su una campagna tv e radio puntando evidentemente sullo humor.
Lo spot andrà in onda sulle emittenti Radio Rai, Radio Italia e Radio Capital, ed in televisione su Canale 5, Italia 1, Rete 4, Iris e La7, in ambo i casi fino al 14 giugno.
Non è la prima volta che si approfitta di una pellicola cult del cinema per uno spot pubblicitario. Già nel 2009, fu lo stesso Tarantino a comparire in una pubblicità giapponese, sfoggiando il suo arsenale di arti marziali. Anche lì il mezzo mediatico era palesemente lo humor, dal momento che l’intento del regista era spaventare un cane finto.
L’umorismo è un aspetto su cui puntano moltissime aziende per promuoversi in maniera più accattivante. In questo modo il mondo del marketing fa leva su meccanismi di persuasione del pubblico volti a suscitare un’emozione.
Si è cioè intrattenuti in modo divertente in un momento che ogni telespettatore odia e spera che non arrivi mai, quello delle interminabili pubblicità. Se poi si aggiungono all’interno dello spot elementi che rimandano ad un film amato dai più, il gioco è fatto.
L’attenzione di chi prende visione dello spot viene catturata dall’aspetto di assurdità della réclame, che appare a volte esagerata, ed essendo poi declinata su un film celebre, viene attribuita ad essa una valenza emozionale positiva.