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Sport, via libera degli sportivi, gli errori da evitare in estate

Presi dall’ambizione estiva e dalla competizione per lo sport, si vuol essere perfetti ma quando si indossano le scarpe da ginnastica per la prima volta in un anno, è principalmente una mancanza di lucidità.

Fra maggio e giugno, alcune persone provano il costume da bagno e riconoscono di non aver fatto abbastanza in primavera“.

Andare in palestra o affidarsi ad un trainer e chiedere di scolpire il corpo in un mese scarso. Un sogno molto lontano dalla realtà e dalla morfologia. A volte alcuni vogliono perdere 10 chili prima dell’estate ma si rendono conto dopo poche settimane che l’obiettivo non è raggiungibile.

Per essere sicuri di non alzare troppo l’asticella, è bene seguire consigli per obiettivi realizzabili. Senza affaticare troppo il corpo e senza stressare la mente. Meglio puntare su una frequenza di allenamento da mantenere costante piuttosto che fissarsi solo sui chili da perdere.

I risultati possono esserci se prevale la regolarità. Quando si ha fretta il rischio è saltare i passaggi base del training, come il riscaldamento. È sempre necessario, prendersi del tempo per preparare il corpo, così si abitua il muscolo allo sforzo.

Una volta stabilito l’obiettivo, non bisogna mettersi a correre tutti i giorni della settimana. Si tratterebbe di uno shock fisiologico ma anche psicologico. Riprendere gradualmente fino a due sessioni a settimana che possono essere aumentate man mano che ci si abitua. Dopo due-tre settimane, il corpo inizia ad adattarsi: quindi si può aggiungere una sessione e stare bene.

La ripresa sportiva deve essere seguita da una dieta sana ed equilibrata. É in questo contesto in cui nasce il sustainability sport manager. Il compito di questa figura per il mondo dello sport è quello di applicare i criteri di sustainability in ogni attività sportiva, così da consentire molti più vantaggi competitivi in uno scenario sempre più orientato al verde.

Deve avere la mente aperta al cambiamento. Requisito importante è anche il possesso di competenze specifiche e trasversali. La sostenibilità, infatti, è da considerare come una radice che sta penetrando in tanti e differenti terreni.