Spiagge meravigliose, immense, sabbia sottile e morbida, mare cristallino, sono queste le premesse per una vacanza da sogno. Ogni anno, sono molteplici i turisti provenienti da ogni parte del mondo che giungono in Italia, alla ricerca di spiagge paradisiache. Da qualche anno, parecchie spiagge della nostra splendida Penisola, prevedono però, il pagamento di una piccola somma, per accedere. Il caso più eclatante è stato quello della Sardegna, e in particolare modo, il comune di Baunei.
Ben 45 km di paradiso sulla costa orientale della Sardegna, nel comune di Baunei, diventati a pagamento; la decisione, secondo alcuni, troppo drastica, per preservare la bellezza naturale della splendida località. Una sorta di “ticket salva spiaggia”, secondo i sindaci delle zone in questione.
Da qualche anno anche a Cala Goloritzè, si paga un ticket di 6 euro, per accedere alla spiaggia, un luogo incontaminato, di rara bellezza; mentre la questione “ticket” sembra convincere sempre più sindaci. Per accedere alla spiaggia, si attraversa un sentiero ben curato e all’ingresso della spiaggia sono presenti delle guide che forniscono informazioni ai turisti.
Scopo primario degli operatori che lavorano a Cala Goloritzè, è quello di vietare l’accesso alle barche; ciò avviene per difendere l’incolumità del litorale.
Naturalmente, il fenomeno dell’accesso a pagamento alle varie spiagge o litorali, non è circoscritto esclusivamente alla Sardegna; infatti, esistono tante altre località in Italia, che prevedono il pagamento del cosiddetto “ticket d’accesso”.
Tale decisione, sempre più comune in diverse parti d’Italia, divide i tanti turisti e anche i cittadini stessi che ogni anno accedono alle diverse spiagge. L’accesso a pagamento, può essere in un certo senso giustificato, se inserito in un’ottica volta a garantire una fruizione dello spazio in cui fare il bagno o semplicemente prendere il sole, di tipo sostenibile.
Il mare e anche i bagnanti, devono essere tutelati, al fine di garantire la bellezza ma anche la salubrità e le caratteristiche naturali proprie di una determinata località.
In Campania, nel Lazio, in Sardegna, in Liguria, ma anche in Puglia e in Sicilia, sono numerose le spiagge dove già da tempo è richiesto il pagamento di un piccolo ticket, con varie delibere da parte delle diverse amministrazioni comunali, che vietano anche l’utilizzo di plastica. Non a caso, l’Unione europea ha di recente approvato una direttiva per vietare in tutti i Paesi membri la vendita e l’utilizzo degli oggetti di plastica monouso più utilizzati per tutelare l’ambiente e la nostra salute.
Decisione, quella del ticket di accesso, che può sembrare eccessiva, ma che, spiegano i vari sindaci, servono a salvaguardare l’ambiente che ci ospita. Una serie di regole e piccole attenzioni, e alcune direttive spesso discusse, servono a difendere l’ambiente, in tutte le sue molteplici espressioni.