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Specie aliene nel Mediterraneo: come arrivano e quali danni comportano

Il grande cinema dagli effetti speciali ci ha insegnato che la minaccia aliena arriverà dallo spazio distruggendoci tutti, ma le vere specie aliene sono presenti sul pianeta e fanno più danni di quanti si possa immaginare.

Biologicamente una specie aliena è una specie, animale o vegetale, lontana dalla sua area di distribuzione originaria, introdotta dall’uomo per i più disparati motivi.

Sono “aliene” ad esempio alcune delle piante messe ad ornamento dei bordi stradali, che ad  oggi si è visto essere specie infestanti, che hanno praticamente distrutto la flora di molti paesini, ma che vennero inizialmente scelte in quanto decorative e discretamente ombreggianti.

Questo tipo di organismi, alieni appunto, popola oggi anche il mar Mediterraneo. Si tratta di specie esotiche che arrivano nel nostro mare letteralmente a bordo delle nostre imbarcazioni.

Come sempre un passo per volta.

Le  coste mediterranee sono ormai ricchissime di  alghe e animali  immessi nei nostri mari da un altrettanto considerevole quantità di attività antropiche. Che tipo di attività? Stiamo parlando di acque di zavorra delle navi, degli acquari privati, ma anche degli impianti di acquacoltura che importano molluschi asiatici destinati all’allevamento e al consumo. C’è poi Canale di Suez, recentemente ampliato per permettere un più veloce passaggio delle navi, che lavora come un vero e proprio tunnel da cui possono facilmente fare ingresso spontaneamente le specie del Mar Rosso. Alcune di queste ultime, stanno raggiungendo anche le coste italiane, e questo potrebbe causare  conseguenze per la biodiversità locale e il turismo.

Un ulteriore vettore di introduzione è la navigazione da diporto. Questa in particolare non era mai stata presa molto in considerazione e pertanto non esiste una normativa in materia. In pratica cosa accade, le chiglie delle barche che si spostano da una meta turistica all’altra sono spesso incrostate di organismi che riescono così a compiere lunghi tragitti e a insediarsi in ambienti nuovi, andando talvolta a sostituirsi alle specie locali.

Questo fa si che note zone di approdo turistico diventino ricettacoli di specie aliene.

Sebbene gli organismi che destano maggiore preoccupazione siano soprattutto le specie di grosse dimensioni e quelle pericolose per l’uomo, quali meduse o pesci velenosi, alcune delle specie che incrostano le chiglie delle barche sono quelle maggiormente in grado di alterare localmente la biodiversità e i flussi di energia nell’ambiente marino, per questo motivo in alcuni paesi (tra cui Nuova Zelanda e Australia) è stato posto divieto di ingresso in porto se lo scafo è incrostato di organismi.

In Europa ancora non esiste una legge che tuteli in questo modo la biodiversità del Nostro mare, ma nella giornata a lui dedicata, ci piace sottolineare quanti ancora siano i passi da compiere per migliorarne e preservarne lo stato di salute.

Inoltre, ancora una vota, è necessario ricordare come un nostro atteggiamento virtuoso possa fare più di milioni di leggi.