Gino Sorbillo ed Errico Porzio, in netto disaccordo sulla decisione di consegnare le pizze a domicilio, avvolte nel cellophane.
Una decisione che potrebbe essere una soluzione al blocco che Vincenzo De Luca ha imposto alle attività ristorative campane, vietando il delivery.
Sorbillo e Porzio: possibilità di consegna e dibattiti
Napoli: il dibattito tra i pizzaioli e la Regione Campania, diventa sempre più acceso, soprattutto in questo momento così delicato per il Paese; le restrizioni sono tante, e ovviamente non incontrano il consenso di tutti.
In particolar modo i pizzaioli campani, chiedono uniti, il ripristino dell’attività di delivery, assicurando che l’attività di consegna a domicilio si svolga secondo tutte le normative anti-contagio vigenti e dunque, non compromettendo il superamento dell’emergenza Coronavirus.
Campania, De Luca vieta il delivery
In questo acceso confronto, nel corso del quale il Presidente della Regione Vincenzo De Luca, sembra essere irremovibile, ad alimentare la spinosa questione è Gino Sorbillo, appartenente ad una delle famiglie di pizzaioli più antiche di Napoli.
Il celebre pizzaiolo napoletano ha spiegato che la pizza, grazie alle alte cotture e ad un sistema innovativo di “impacchettamento” sarebbe a rischio zero per i clienti.
“Cuoce a 450 gradi, davanti al banco e la chiudiamo appena esce nel forno nel box. Poi viene avvolta nella pellicola sicura al 100% e consegnata al fattorino con zero rischi”, ha dichiarato il pizzaiolo napoletano.
Le dichiarazioni di Errico Porzio a proposito della pizza avvolta nel cellophane
Quanto affermato da Gino Sorbillo, nonostante le spiegazioni dettagliate che il pizzaiolo ha fornito, anche sulla propria pagina Instagram, non hanno accolto il favore di tutti; tra le persone in disaccordo il maestro pizzaiolo Errico Porzio (definito pizzaiolo social, per il suo modo di comunicare efficacemente sul web, raccogliendo sempre più consensi).
Porzio, si dichiara favorevole a riaprire le pizzerie esclusivamente per effettuare consegna a domicilio e quindi il cosiddetto “delivery”.
“La Campania è l’unica regione dove tale servizio è stato sospeso, e nonostante spesso sia stato d’accordo con le diverse associazioni di settore, oggi mi oppongo a quanto dichiarato da Sorbillo; una pizza appena sfornata, non può essere avvolta in un cellophane”.
“Il metodo proposto da Sorbillo quale sicuro e garantito per consentirci le consegne, mi lascia molto perplesso. Non negherò mai la condensa alle mie pizze a domicilio. Forse Sorbillo ha dimenticato il perchè dell’esistenza di quei buchi ai lati dei cartoni della pizza.
Io faccio pizza napoletana, non chewing gum”, prosegue Porzio.
Quella di Porzio non è una critica a Sorbillo, ma semplicemente un parere circa un mestiere così antico e degno di essere tutelato, affinché si preservino, anche nella consegna, il gusto e le proprietà organolettiche della celebre pizza napoletana.
“Il servizio di delivery, può essere svolto, riaprendo le pizzerie di Napoli, mediante consegna a domicilio effettuata dal personale interno alle pizzerie o con le cosiddette applicazioni che permettono il servizio”, afferma Errico Porzio, sempre più convinto che il delivery con la pizza avvolta nel cellophane, non sia una buona soluzione.
Ricordiamo comunque che, per ora, non si sposta, la posizione della Regione: Pasticcerie e ristoranti sono stati chiusi da Conte e la decisione della Regione Campania, sembra essere irremovibile. Dunque, la possibilità di consegna rappresenta un’eventualità, che per ora non risulta fattibile in Campania, almeno fino a nuove disposizioni.