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Sindrome di Brugada: che cos’è? Sintomi e cause

La sindrome di Brugada è una patologia rara relativa al cuore.

Si definisce rara in quanto da vari studi emerge che ne sono affetti solo da uno a trenta persone ogni 10.000 abitanti.

Inoltre, si specifica che questo disturbo cardiaco è chiamato così grazie a due fratelli Pedro e Josep Brugada, cardiologi spagnoli che descrissero questa sindrome in modo approfondito nel 1992.

Questa sindrome è conosciuta anche con il nome di sindrome di Nava-Martini-Thiene per onorare i ricercatori italiani che per primi tracciarono le caratteristiche del disturbo.

La sindrome di Brugada consiste in un’alterazione dell’attività elettrica del cuore, che può portare ad un arresto cardiaco.

A tal proposito, si precisa che la sindrome di Brugada è dovuta, in un numero di casi, a una mutazione genetica.

Tuttavia, in altri casi i medici non sono riusciti a individuarne la causa.

Infatti, questo disturbo del ritmo cardiaco risulta essere una delle cause più note per la morte cardiaca improvvisa.

La sindrome di Brugada è quindi un disturbo congenito, ma quando si sviluppa?

Di solito, essa si presenta tra i 30 e i 40 anni e risulta essere molto rara tra i giovani.

I principali fattori di rischio relativi alla sindrome di Brugada sono:

  • l’ereditarietà e la storia familiare,
  • il sesso maschile
  • l’appartenenza alla popolazione asiatica.

A tal proposito, si evidenzia che da alcuni studi è emerso che tra gli asiatici questa sindrome è molto più diffusa che in altri popoli.

Quindi, quali sono i sintomi principali di questo disturbo?

Innanzitutto, è importante dire che essa è solitamente un disturbo asintomatico fino ai 30-40 anni.

Addirittura, può essere silente per tutta la vita.

Invece, quando presenta sintomi, essi sono conseguenza di un’aritmia ventricolare e sono:

  • palpitazioni,
  • dispnea,
  • dolore al petto,
  • vertigini,
  • sincope,
  • convulsioni
  • arresto cardiaco.

Questo disturbo è difficile da diagnosticare e per tracciarlo serve un particolare esame elettrocardiografico.