Si è spento Arrigo Levi, all’età di 94 anni. L’affermato giornalista apparteneva a una famiglia della comunità ebraica, residente nella città di Modena. Nato il 17 luglio 1926, è stato scrittore, giornalista e conduttore televisivo.
Costretto a trasferirsi, per un periodo (insieme alla famiglia) in Argentina, con l’obiettivo di sfuggire alle persecuzioni delle leggi razziali, inizia a frequentare l’università di Buenos Aires e, dopo un anno, intraprende la sua lunga carriera di giornalista, durante la quale si dedica alla difesa dei valori etici e laici. Dapprima diventa collaboratore de L’Italia libera, giornale del Partito d’Azione. Una volta tornato in Italia, incomincia a scrivere presso l’Unità Democratica, di Guglielmo Zucconi.
Conclude il suo percorso di studi, laureandosi in filosofia. Successivamente si arruola, come volontario, per la prima guerra arabo-israeliana, continuando a scrivere per corrispondenza (per i quotidiani Libertà e Gazzetta di Modena). Tra i suoi incarichi prestigiosi: il lavoro per il Corriere della sera e per Il Giorno, la direzione de La Stampa, la partecipazione a Radio Londra e la conduzione del telegiornale (prima di un elenco di esperienze televisive che lo vedono come conduttore, per i programmi della Rai). Cittadino del mondo, ha effettuato diversi spostamenti da una città all’altra, durante il corso della vita. Numerose anche le sue pubblicazioni: autore di ben 26 libri. Nel 1987 ottiene un primo riconoscimento: il Premio Trento per il giornalismo.
Durante il ricovero dovuto a problematiche legate alla sua età, rendendosi conto della situazione critica, ha deciso di omaggiare le sue origini cantando l’inno di Israele e una filastrocca modenese. La morte è sopraggiunta dopo il rientro nella sua dimora.
Noto è anche il suo impegno in campo politico, difatti è stato consigliere per le relazioni esterne del Quirinale, con Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano.
La scomparsa di Arrigo Levi rappresenta una grande perdita nel mondo del giornalismo italiano ed europeo.