È cominciata la Serie A e la prima giornata già porta con sé pesanti strascichi di polemiche. Tanti episodi dubbi e decisioni arbitrali piuttosto discutibili hanno caratterizzato le prime partite del campionato nostrano.
Innanzitutto il regolamento, nonostante abbia subito modifiche, viene applicato in maniera diverse per situazioni simili. Esso, nella parte dedicata ai rigori, recita: “Si parla di infrazione quando in modo innaturale il calciatore allarga le braccia aumentando il volume del corpo”. Eppure alla Fiorentina il rigore è stato concesso e al Milan no, pur essendo situazioni simili.
La distanza e la volontarietà non sono più una discriminante proprio per facilitare le decisione arbitrali. Nonostante ciò le polemiche sono state accesissime vista la mancanza di uniformità di giudizio.
Per quanto riguarda il Var, anche qui qualcosa andrebbe migliorata. Non si sa quando e perché a volte l’arbitro vada al monitor ed altre no. È il caso ancora di Fiorentina-Napoli: nel caso del rigore alla Viola, Massa è andato al Var, mentre sul rigore al Napoli non è andato a rivederlo, commettendo un gravissimo errore nel confermare la massima punizione su Mertens (è il belga a cercare il contatto con Castrovillari).
Altro rigore che ha fatto parecchio scalpore è quello concesso al Brescia nella trasferta di Cagliari. In questo caso Cerri è saltato con le braccia larghe per darsi lo slancio, atterrando ha colpito la palla con il braccio, ma il calciatore non aveva il contatto visivo con la palla, dal momento che il tiro proveniva dalle spalle.
Forse la regola sul fallo di mano andrebbe rivista rendendola quanto più oggettiva possibile. Lasciando libera interpretazione agli arbitri, si corre il rischio che circostanze simili vengano valutate diversamente, suscitando polemiche e malumore.
Per esempio sul fuorigioco, essendo la regola categorica, il Var è impeccabile e non può mai sbagliare. Poi è anche vero che risulta molto più difficile rendere unica la regola del fallo di mano, nel calcio ci sono tante circostanze e situazioni diverse che risulta complicato mettere tutti d’accordo.