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Serie A: i pugili sono pronti a salire sul ring

Si respira un’aria differente dal solito: un movimento di una massa d’aria di sfida si sta diffondendo nell’atmosfera, spira repentinamente in svariate direzioni. Nella giungla del Campionato italiano le liane sono spintonate e trafitte dell’intensità del vento, la flora e la fauna intralciano lo sguardo. Eppure lì in lontananza, si scorge un ring, quello della Seria A, sul quale si scontreranno le compagini italiane. Siete pronti a gustarvi la sfida?
La Serie A riparte da blocchi di partenza instabili e provvisori, con alcune certezze che latitano, dove la speranza è l’angoscia, dove l’attesa è dubbio, ma il desiderio di ricominciare è immensa bellezza. Un Campionato dove i sogni sono aggrovigliati con i costanti timori e incubi di una nuova chiusura, degli spalti vuoti, stadi ed impianti solitari, rettangoli di gioco sui quali sono presenti soltanto 22 giocatori, che disputano una gara senza l’apporto e l’incoraggiamento dei propri tifosi, solo quattro mura senza il calore del tifo, il quale rende la cute fredda ma il cuore gelido.
Il virus, infinitesimale particella del male, ha turbato e stravolto le nostre esistenze, ma elevarlo a Caronte dei nostri animi è opera di puro masochismo. Prendere quel che è, come questa Serie A bizzarra ed anche incerta, sperando in quel che sarà, aspettando quindi il bislacco corso futuro in questa nuova e strana vita. Fin dal principio, si è a conoscenza di quanto quest’anno affrontare il Campionato sia ostico e complesso, ma il divertimento è assicurato.
Punto e capo: ricomincia la Serie A, e ricominciare da zero. Ma le compagine sono equipaggiate per affrontare un lungo ed ostico percorso? Prima su tutti, l’Inter di Antonio Conte, pronta a sfatare il tabù tricolore, con l’ossessivo pensiero di ritornare grande. Il tecnico pugliese ha edificato una squadra eccellente, con quel che resta del budget cinese. Kolarov e Vidal i colpi in canna d’esperienza, sono la macchina già pronto in griglia. Hakimi è l’asso nella manica, l’arma in più per poter distruggere i nemici con i suoi scatti felini e per l’incarnazione frequente in un rapido motorino. È innegabile che questa squadra sia pronta ad usurpare ai nemici bianconeri il trono d”Italia.
Una nuova sorpresa in questo strano Campionato, porta la firma non di una compagine, neppure di un calciatore, ma di un ex giocatore, il quale è pronto a mostrare i suoi insoliti pensieri e degli schemi veramente originali: Andrea Pirlo, ex centrocampista, vecchia meteora del calcio italiano. Lasciarsi alle spalle la scelta “sbagliata” di Maurizio Sarri, cominciare un nuovo ciclo con un’icona della storia bianconera. Parte da favorita, perché dopo nove Scudetti consecutivi, se hai un alieno come Cristiano Rinaldo, poi Dybala, Chiellini, Bonucci e una marea di campioni, non può non essere così. Cercherà la Decima, come questa squadra nessuno mai; ma occhio, con l’estate intrappolata in un enorme vortice, Pirlo rimane un enigma, anche affascinante, ma pur sempre un enigma.
I nerazzurri di mister Gasp hanno compiuto un vero e proprio miracolo, realizzando un capolavoro mozzafiato; si potrà ripetere l’impresa, soltanto dopo aver chiesto una grazia al protettore di Bergamo, il santo Alessandro. Il tecnico piemontese ha dipinto un quadro splendido, vedere e capire è l’unica ricetta di fronte ad una squadra che è caduta solo davanti ai titani francesi dei “Les Parisiens” e chissà se i muri della Serie A non si coloreranno di nero e azzurro, colori simbolici non solo dell’Inter ma anche dell’Atalanta, quella dei miracoli.
La Lazio si è fermata a quel che era. Ovvero un treno lungo ma rapido, che corre spedito su un binario, ma che quando ha dovuto confermare il tutto, l’intero percorso è stato “vanificato”, perdendo gioco e risultati, inclusa l’identità. Un mercato in cui Olympia, l’aquila dei biancocelesti, non si è ancora recata a fare a shopping, insieme a Lotito e Tare; ci si augura che questi ultimi giorni di mercato saranno quelli necessari per rimediare agli errori commessi.
E il Napoli? Prima dell’esordio in Serie A, perfino i tifosi napoletani sono apparsi scettici, ma sono bastati due gol nella ripresa a condannare il Parma di mister Liverani e far sorridere Rino. Sono di Dries Mertens e del capitano Lorenzo Insigne, le prime reti del nuovo Napoli, le uniche sul tabellino finale, ma quelle che bastano per il successo finale. Insieme ai due piccoli, per statura, e colossi, per importanza calcistica, partenopei, anche “El Chucky” ha conquistato una maglia da titolare, mentre nella seconda frazione di gara subentra il nuovo arrivato Victor Osimhen: tutti insieme in campo, non capiterà sempre, anche per ottenere un certo equilibro, ma insieme sono una vera forza della natura, quasi incontenibile.
Il Milan ha dimostrato di avere un’idea, di aver il giusto orgoglio, quello solito del club rossonero, dei tempi perduti. Tenere il terzino, o forse attaccante aggiunto, Theo e il giovane, ma già esperto, Bennacer, arpionarsi a Zlatan, come fece anche il nostro e vecchio Gian Battista Marino, autore della letteratura italiana, con la sua antica “tecnica del rampino”, portare a San Siro un giovane prospetto come Sandro Tonali, confermare a breve il nuovo rinnovo di Donnarumma, è un vero segnale di battaglia. Dopo un mercato d’esperienza, invece, la Fiorentina è pronta a raggiungere l’Europa. Al debutto in Serie A, il nuovo numero 10 di Firenze, Gaetano Castrovilli, lancia i Viola e invia il primo squillo alle altre squadre italiane. La Fiorentina c’è e l’ha subito fatto sapere.
Un pareggio amaro, una partita sugli attenti, un punto a testa tra Hellas Verona e Roma, nel secondo match del Campionato italiano. Nonostante gli scaligeri abbiano trattenuto i loro migliori giocatori per andare alla ricerca di conferme, e sebbene la Roma abbia cambiato stelle e non strisce, in attesa di Kumbulla, già arrivato nella Capitale, e del futuro bomber giallorosso, Arkadiusz Milik, la partita è terminata con un pari. Il Genoa ha fatto la rivoluzione, e va sottolineato che l’ha fatta nel migliore dei modi: poker, timbrato da due dei nuovi arrivati Zappacosta e Pjaca, rifilato alla neopromossa Crotone, con l’unica nota positiva la rete del nuovo arrivato Riviere.
Il Cagliari di Di Francesco intriga e stuzzica i palati più fini per gioco e idee, Godin potrebbe rappresentare la ciliegina, anche se manca ancora qualche strato della torta rossoblù. Sul Bologna hanno ragione Sabatini e Mihajlovic: offre l’impressione di partire per poi rallentare e fermarsi, in attesa della salvezza, per accontentarsi; il salto di qualità sarà effettuato quando prenderanno parte a questo processo giocatori e l’ambiente circostante. Sulla sponda opposta di Genova, la Sampdoria sogna con il solito Ferrero: quest’ultimo infatti ha confermato Ranieri, e potrebbe portare a “Marassi” una vecchia conoscenza del calcio italiano, Keita Balde, ma gli investimenti latitano ugualmente.
L’Udinese ha smesso ormai da anni di aspirare a qualcosa di grande, galleggia continuamente nelle parti basse della classifica, per i friulani, quindi, sarà un Campionato poco atteso. Il Benevento ha conservato l’ossatura, ma inserito nuovi giocatori, rinforzandosi notevolmente. Ancora per adesso piccoli passi, invece per lo Spezia, ultimo a salire e col rebus allenatore fino in fondo. C’è comunque tanta curiosità per la compagine ligure, ma serve muoversi necessariamente lungo i binari del mercato.
Beh che dire… bentornata amata Serie A!