Napoli sprecone a Firenze, getta all’aria l’ennesima occasione di avvicinamento alla Juventus, in una partita che i partenopei dovevano vincere senza se e senza ma che impattano invece contro l’ennesimo pareggio in trasferta, figlio degli innumerevoli errori sottorete degli avanti titolari, che nonostante la fiducia del mister, che ha lasciato in panchina “inspiegabilmente” Milik, l’unico che di questi tempi vede la porta, non hanno ripagato adeguatamente.
Mertes e Insigne sul banco degli imputati. Il belga ha sciupato occasioni gigantesche, con la seconda che ha qualcosa di clamoroso. L’ex folletto, che un tempo era l’incubo delle aree di rigore, oggi fantasma è responsabile non solo delle occasioni perse, quanto per una assenza dai radar del gioco, che lo ha visto elemento amorfo e totalmente fuori dagli schemi azzurri. Oltre i due topici errori, infatti non si registra nessuna giocata di rilievo di Ciro. Sempre in ritardo sulla palla, sbaglia sistematicamente il primo tocco, non difende e non smista il gioco, neanche quando si sposta sulla fascia. In piu ha letteralmente smarrito la via del goal. Giocatore da recuperare, ma il Napoli, nel momento clou del campionato, non puo più permettersi di attendere il belga.
Purtroppo meglio non ha fatto il suo compagno di reparto. L’ex Lorenzinho infatti è stato autore di una partita anonima. Anche a carico del n. 24 si registra un errore clamoroso sotto porta, nei primi minuti, con un pallone che avrebbe meritato migliore sorte. Nella seconda occasione, con la tavola apparecchiata da Fabian Ruiz, fa ancora peggio sparando alto. Per il resto, nella sera in cui il nuovo capitano del Napoli era atteso a dare la scossa per guidare la rimonta o perlomeno per non far naufragare le ultime speranze di rincorsa alla Juve, risulta non pervenuto. Una prova di maggiore maturità e spessore ci si attendeva dal giocatore più talentuoso e rappresentativo degli azzurri, ma l’attaccante non ha saputo portare per mano la squadra e accompagnarla alla Vittoria. Sbaglia molto, troppo lorenzo, si intestardisce con giocate cervellotiche, che non pagano e sono prive di alcuna utilità, non salta l’uomo, neanche quando Pezzella, il suo diretto antagonista, sembra a corto di fiato, non fornisce assist, non è mai leader in campo. Purtoppo continua il momento no per Lorenzo, che il goal contro la Sampdoria aveva parzialmente mascherato, ma che ancora una volta, alla prova del nove, ha invece palesato limiti caratteriali e di personalità che non hanno nulla a che vedere con le capacità tecniche, enormi di cui è in possesso, ma che spreca o forse meglio dire smarrisce, qualche volta anche per eccesso di generosità, ma che non paga in termini di risultato e non gli consente di superare l’ultimo gradino, che lo consacrerebbe campione autentico. Dispiace doverlo dire, ma la scarsa vena che da novembre lo affligge, per il momento rappresenta un danno per l’intera squadra che dipende dalle sue giocate, ma a cui non fornisce alcun apporto.
A Franchi sono riemersi problemi antichi, non è stato tanto il creare occasioni, infatti gli azzurri ogni qual volta che si spingevano in attacco, sembrava potessero far male ai viola, ma tutto il gran lavoro di preparazione e stato sistematicamente vanificato dalle bocche di fuoco azzurre, le cui polveri sono apparse bagnate. Zielinski ancora una volta a sprazzi, piu evanescente che concreto, rappresenta un’altro rebus dello scacchiere azzurro. Tutti si chiedono infatti che fine ha fatto lo splendido atleta che lo scorso anno si è fatto apprezzare a livello europero, catturando l’attenzione degli addetti ai lavori. Poca grinta, svogliato, ma sopratutto discontinuo. Nonostante abbia giocato nella sua posizione preferita, si registra una sola conclusione in porta sventata da un intervento prodigioso del portiere viola, ma che rappresenta sempre troppo poco per un giovatore dalle sue potenzialità, in una gara che dura 90 minuti.
Lo stesso Fabian Ruiz le cui intuizioni sono sembrate meno geniali del solito è apparso frenato nelle sabbie mobili della imprecisione dei compagni e le giocate dell’airone non ha fatto la differenza.
La vivacità iniziale dei partenopei è andata progressivamente calando, gli azzurri infatti nel tempo, incapaci di raccogliere i frutti di tanto lavoro inutile, hanno perso la fiducia e si sono disuniti, facendo perdere fluidità alla manovra e lasciando ai viola il pallino del gioco. Purtroppo tanto sprecare ha sempre un corrispettivo, che nel caso significa punti persi nella rincorsa ai bianconeri, ai quali con tanta fatica si era riusciti a strappare due punti la scorsa domenica, attesi domenica sera a Sassuolo. Neanche gli ultimi minuti in cui i calciatori della Fiorentina sono sembrati a corto di fiato, gli uomini di Ancelotti sono stati capaci di affondare il colpo di grazia. Vedere sprecata una superiorità tecnica tanto marcata con una incapacità mentale di aggredire l’avversario e conquistare la partita è davvero un peccato che si traduce nell’ennesima occasione fallita. Un limite quindi psicologico, sul quale Ancelotti dovrà davvero lavorare tanto .
Dal canto suo Pioli trova un pareggio, che per come si erano messe le cose sembrava insperato. Davvero Tanta manna per i toscani, che eccezion fatta per un tiro ben parato da Meret nel primo tempo, non hanno avuto nessuna altra occasione, limitandosi a rintuzzare gli attacchi del Napoli con un pressing asfissiante.