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Settembre, finite le vacanze si torna alla normalità

Settembre: il ritorno.

Agosto 2018, saluta con piogge e maltempo quasi autunnali e con il mese di settembre, si appendono al chiodo, ciabatte e teli da mare.  I lidi, le agenzie di scommesse, chalet e ristoranti, si sono trasformati in questo periodo,  come per incanto, in tribune da stadio. Da Portofino a Tropea, il sapore della salsedine, commisto ai profumi dei gol, ha reso ancora più intrigante questa coda dell’estate, in un modo cosi seducente, che sembra aver conquistato in modo definitivo gli italiani e le loro abitudini. Insomma, piace a tutti vedere la partite in villeggiatura, forse anche perché in questo modo ci si allena al ritorno, alle fatiche o alle gioie quotidiane, che contraddistinguono il tran tran dell’anno a venire.

Il ritorno alla normalità si pone come l’obiettivo naturale per tutti, anche per quelli che vivono di calcio e conseguentemente anche per i supporter azzurri, che hanno goduto dei soggiorni estivi e dell’inizio scoppiettante della loro squadra di calcio, che ha regalato successi ricchi di pathos ai danni di compagini che appartengono alla nobiltà del nostro movimento pallonaro: questo prima del crac di Genova. La competizione giocata lontano dai campi di calcio, quella che si svolge dietro le scrivanie dei dirigenti, nei ristoranti (quante trattative nate tra piatti e bicchieri?) e sui titoli a nove colonne dei giornali sportivi, è un lontano ricordo, anche se è terminata appena il 17 agosto scorso. Le società che si erano aggiudicate i titoli di regine del mercato fatta eccezione della Juventus, che è caso a parte, e quindi Milan ed Inter, hanno visto ridimensionare fin da subito, i nerazzurri più dei rossoneri, le loro ambizioni di “grandeur”e si sono scontrate, la prima contro lo scoglio duro del San Paolo (Napoli) e la seconda contro le ruspanti ambizioni della provincia calcistica italiana (Sassuolo, Torino). Ci voleva la terza giornata, oppure il mese di settembre, per regalare un po di serenità alle due lombarde, entrambe vittoriose ai danni, rispettivamente, di Roma (deludente) e Bologna, oltre che per scoprire la sorprendente fragilità della squadra di mister Ancelotti, beccata a pallettoni, in questa seconda trasferta di campionato. D’accordo, c’è un nuovo progetto tecnico che ha bisogno di un po di tempo, le logiche del turn over, così caro al “dirigente massimo”, si fanno pagare con qualche contrattempo in punti e lo si sapeva, ma la sconfitta con una squadra, la blucerchiata, che sembrava il “Real Galacticos”,  abbinata agli inizi stentati contro Lazio e Milan,  forniscono indizi da cui sarà utile trarre spunto. Ovvero, tirare su le maniche, lavorare duro, armarsi tutti, di robuste pagaie e remare;  possibilmente tutti e nella stessa direzione.