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Scuola, riaprire o non riaprire? Questo è il dilemma!

Come prosegue la campagna vaccinale? I differenti tipi di vaccino stanno offrendo realmente il loro contributo? Sono efficaci? Quando terminerà questa situazione? Quando la parola “Covid-19” rappresenterà un ricordo ormai lontano? Questi sono i dubbi che avvolgono la mente degli individui in questo bizzarro periodo, di fronte si sono ritrovati uno dei momenti della storia più ostici da affrontare. Numerose sono state le istituzioni a subire le spese dalla diffusione del Coronavirus: anche la scuola, infatti, continua a pagare un prezzo veramente altissimo.

Le scuole hanno subito diverse conseguenze ed anche al giorno d’oggi restano chiuse a causa della nuova pandemia che l’Italia sta vivendo. Se da un lato questa decisione decretata dal governo ha i suoi aspetti positivi, sono da considerare anche i fattori negativi, nonostante i differenti pareri discordanti di alcuni esponenti della società italiana.

Massimo Galli, infettivologo, è tornato a parlare dello iato costituito dalla scuola e dal Covid, in questo periodo impossibili da conciliare. Alla luce dei nuovi casi, provenienti dalla diffusione delle varianti, che hanno preoccupato anche gli esperti del Cts, la chiusura è ormai inevitabile. In questo ambiente, forse, non è garantita l’adeguata sicurezza richiesta. “Le scuole non sono mai state un ambito sicuro, sia per quanto riguarda l’interno che tutto quello che ruota intorno. Certe decisioni non sono ahimè evitabili, detto con la morte nel cuore perché sono il primo a pensare che la scuola non in presenza è una grande iattura. C’è una guerra in corso”

E in effetti la guerra è già cominciata, le due fazioni sono lampanti: da un lato coloro che sostengono la riapertura della scuola, dall’altro esiste un’intensa opinione contrastante. Perché tutto ciò? Naturalmente perché, secondo alcuni esperti, la terza ondata Covid è già arrivata e la scuola è stata nuovamente travolta dalla sua veemenza. Ci ha pensato, infatti, il Comitato Tecnico Scientifico a stabilire le nuove indicazioni nell’ultimo Dpcm. Ed anche i diversi governi si stanno attenendo alla sue linee guida, adottando in alcuni casi misure davvero rigide di chiusura della scuole. In altri, invece, si prosegue sullo stesso binario attraversato in precedenza.

Fra i primi sostenitori della chiusura scuole in questo spiacevole quadro emerge la figura di Nino Spirlì, presidente facente funzioni della Regione Calabria. Proprio qualche giorno fa egli stesso ha deciso di decretare la chiusura di tutte le scuole di ciascun ordine e grado. Ma proprio il Tar della regione italiana ha sospeso con decreto del presidente del Tribunale Giancarlo Pennetti l’ordinanza calabrese. “Il Tar ha deciso e si assume la responsabilità. Mi auguro che le prossime settimane non siano dolorose dal punto di vista dell’aumento dei contagi”.

Se altre Regioni d’Italia non hanno ancora applicato delle rigide misure restrittive per la scuola, quali il Veneto, la Lombardia, invece, sta prendendo in considerazione una scelta. Quale? Quella di prolungare lo stop della didattica in presenza oltre il 14 marzo, giornata nella quale non avrà più nessun effetto l’ordinanza attualmente valida. Lo scetticismo sulla circolazione del virus nelle scuole è un tema caldo ed è sempre al centro del dibattito. Si tratta di un’incertezza, però, che a breve potrebbe essere distrutta: nei giorni a venire nascerà un tavolo tecnico con il Ministero dell’Istruzione, il Comitato Tecnico Scientifico e le medesimi Regini per tentare di creare un quadro completo ed aggiornato sui contagi, particolarmente angosciante a causa del numero sempre crescente.

La vaccinazione del corpo docenti e dell’intero personale scolastico avrà un ruolo importante all’interno di questa situazione delicata. Potrebbe addirittura rappresentare un’arma in più per coloro che credono e sostengono la riapertura dell’istituzione. Diverse sono le situazioni nelle diverse regioni: in alcune di esse la diffusione del vaccino è repentina, mentre in altre si procede a rilento.