Manca poco o non manca poco? Si ritornerà oppure no? Interrogativi complessi a cui rispondere e dubbi difficili da sciogliere. Una grossa bufera ed un enorme disordine hanno invaso la realtà scolastica; la data ufficiale del rientro e la ripresa delle lezioni a scuola è fissata per il 14 settembre, ma non si sa con esattezza se si “back to school“. In realtà quest’anno l’attenzione è rivolta anche ad un altro aspetto: come si tornerà a scuola? Perché, a causa del Covid-19, il rientro sarà gestito attraverso le indicazioni stabilite e pubblicate dal MI in questi mesi, in considerazione dell’emergenza sanitaria in corso.
Il 26 giugno scorso sono uscite allo scoperto le prime linee guida, per concedere la partenza delle operazioni per settembre. Importante allo stesso modo è stata la recente pubblicazione degli adeguati Protocolli di sicurezza, sottoscritti con i sindacati. Da parte sua, il Comitato tecnico scientifico ha aggiornato le sue disposizioni per la scuola, in relazione all’andamento della curva epidemiologica.
Il documento dell’Istituto superiore di sanità, costruito con il supporto di una larga collaborazione istituzionale, che ha visto anche la partecipazione del ministero dell’Istruzione, ha poi mostrato le direttive da seguire per la gestione di casi e focolai del virus all’interno delle strutture scolastiche. Sono state introdotte, inoltre, delle linee guida per la didattica digitale integrata, semmai fosse necessario attivarle.
Tra le linee guida suggerite ci sono pieno carico solo per tragitti con durata inferiori a 15 minuti, misurare la temperatura corporea prima di salire sugli scuolabus e prima di entrare nelle aule delle scuole ed accedere alle lezioni. Angosciano ed inquietano i risultati degli screening sui docenti. I banchi sono ancora vuoti nelle aule italiane, ma il 14 settembre torneranno ad essere occupati dagli studenti con delle modalità differenti rispetto a prima.
Uno dei problemi principali da risolvere riguarda la febbre: l’indicazione suggerita è far misurare la temperatura a casa dai genitori, che dovranno poi consultare il medico curante, in caso superi 37.5°. Ma alcune Regioni hanno intimato ad effettuare la prova prima di entrare a scuola. Se invece uno studente accusa la febbre dopo aver avuto accesso all’aula? L’alunno dovrebbe essere automaticamente isolato, con mascherina, in uno spazio in particolare e poi i membri della sanità dell’istituto dovrebbero mettersi in contatto con i genitori.
Sul tema “temperature” si sono già espressi alcuni esponenti del mondo politico, come Vincenzo De Luca, presidente della Campania, definendo irrealistica l’ipotesi di far misurare la febbre a casa, proponendo, invece, la realizzazione di un termoscanner. Secondo l’indicazione guida del Cts, al momento la prova deve essere svolta necessariamente a casa, per evitare assembramenti davanti all’ingresso dell’edificio scolastico e per allontanare la possibilità che gli alunni salgano sui mezzi pubblici con la febbre.
Riguardo quest’ultimi, che procedimento sarà svolto? Si dovrà sempre superare la prova della temperatura? E quanto possono essere colmi? Per ora, i bus regionali possono essere riempiti fino alla metà della loro capienza totale, ma il Cts potrebbe introdurre dei piccoli cambiamenti, se ci saranno divisori tra i sedili. Potrebbe così salire il numero dei posti disponibili, fino al 70/80%. Per quanto concerne gli scuolabus, la direttiva è che sarà obbligatoria il rilevamento della temperatura prima di salire e si potranno accomodarsi vicino solo i membri dello stesso nucleo familiare.
Altra tematica da affrontare è l’utilizzo delle mascherine durante le lezioni. Se al momento c’è l’obbligo di indossarla, alcuni governatori, come Toti, esponente politico ligure, si sono schierati contro questa direttiva, chiedendo che possa essere tolta almeno nelle classi delle scuole. La cultura è preziosa e va custodita gelosamente, ma la salute… beh la salute è un elemento chiave, quello principale e deve essere necessariamente collocato prima di tutto. Ci si augura che siano presentate al più presto delle nuove linee guida, che possano mettere d’accordo veramente tutti, senza eccezion di nessuno