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Scontro tra Salvini e Conte a Bruxelles

In data odierna, a Bruxelles, il presidente del Consiglio, Conte,  ha cercato, in ogni modo, di presentare l’immagine di un’Italia che si sta impegnando nella concretizzazione degli impegni presi con la Commissione europea.

Il presidente, autore di una lettera sul futuro dell’Europa e responsabile del bilancio dei conti dell’anno 2019, ha così tentato di domare lo sdegno del comitato europeo che, in seguito al comportamento poco corretto del bel paese, ha intenzione di avviare una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia.

Per poter scongiurare tale processo, Conte ha parlato di un taglio definitivo dei due miliardi, precedentemente congelati durante la scorsa negoziazione con la Ue, e della consegna di un altro paio di miliardi, ricavati dai decreti  Reddito e Quota 100, che andrebbero così a ridurre il deficit creatosi.

Immediato il dissenso della Lega a cui non va a genio l’apertura al dialogo del capo del governo col collegio, sebbene gli stessi leghisti abbiano taciuto riguardo a tali procedimenti, nel corso del pranzo al Quirinale, che solitamente precede i consigli con l’unione europea.

La sfiducia del vice premier della Lega nei confronti del ministro dell’economia Tria, alleatosi con Conte, per far fronte ai pericoli che sta correndo l’Italia, e della commissione di Bruxelles era già evidente nel suo attacco, sui social, a Berlino, Parigi e Bruxelles.

Salvini teme, più di ogni altra cosa, la scarsità di risorse a disposizione per la flat tax.

Tuttavia, i tempi stringono e il mancato accordo fra le parti rischia di far precipitare la situazione della penisola italica che potrebbe andare incontro a un processo d’infrazione che non può permettersi, a detta del presidente della repubblica Mattarella.

Entro il 9 luglio, difatti, l‘Ecofin dovrà decidere sulle sorti dell’Italia.