L’obiettivo della sperimentazione è volto allo sviluppo, in animali surrogati come i maiali, di organi per i trapianti, ottenuti trasferendo cellule umane in embrioni di topo e ratto.
La ricerca è stata condotta da Hiromitsu Nakauchi, che divide il suo lavoro fra le Università di Tokyo e Stanford, ed è la prima ricerca ad ottenere l’approvazione dall’eliminazione del divieto su tale tipo di sperimentazione, del marzo 2019, dal governo giapponese.
Su tale ricerca si esprime Cesare Galli, fondatore e direttore di Avantea, laboratorio per la riproduzione animale e la ricerca biotecnologica, secondo cui: ” I dati presentati non sono una novità, ma è senz’altro una strada interessante da percorrere. Tuttavia le applicazioni sono ancora molto lontane, più degli xenotrapianti (trapianti di tessuti o organi provenienti da una specie diversa): c’è parecchio lavoro da fare prima di poter passare da animali relativamente semplici a quelli più complessi e utili per l’uomo, come il maiale.“
La strategia dei ricercatori coordinati da Nakauchi, come riportato su Nature, è quella di riuscire ad ottenere un embrione animale di un gene mancante per il necessario sviluppo di un determinato organo, come ad esempio il pancreas.
Poi, in un secondo tempo, nell’embrione animale verranno iniettate cellule staminali umane (iPS), ovvero cellule riprogrammate per dare vita a qualsiasi tipo di cellula adulta e in tal modo i ricercatori sperano che l’embrione, durante la fase di sviluppo, utilizzi le cellule staminali umane per costruire l’organo mancante.
Nakauchi e i suoi colleghi hanno già condotto un esperimento di tale portata nel lontano 2017, iniettando cellule staminali di topo in un embrione di ratto, il quale le ha utilizzate per produrre il pancreas.
Lo stesso gruppo di ricerca ha, inoltre, tentato di passare al livello successivo, come fu annunciato nel 2018, trapiantando cellule staminali umane in embrioni di pecora, senza però nessun successo; infatti, dopo 28 giorni, l‘embrione ibrido non era riuscito a sviluppare l’organo mancante, per l’insufficiente quantità di cellule umane.
Ma la parte più importante e difficile della sperimentazione sarà quella di riuscire a evitare il diffondersi delle cellule umane oltre l’organo mancante, per evitare ulteriori influenze, come anche Galli aggiunge in fine: ” Evitare che le cellule arrivino al cervello richiederà ulteriori modifiche genetiche.“