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Scartellato: la fortuna di avere la gobba

Lo scartellato è una figura importante della tradizione culturale napoletana.

Il termine si riferisce ad una persona con la gobba, che secondo quanto si è sempre appreso a Napoli, toccata, permetterebbe di allontanare il malocchio.

Nata in tempi antichissimi, la superstizione legata al gobbo è oggi uno degli aspetti più belli ed interessanti del folklore partenopeo: un vero e proprio personaggio retorico, vestito con giacca nera, papillon rosso e un ampio e inconfondibile cilindro nero in testa.

Per quanto riguarda il termine napoletano “scartiell” esso si riferisce ad un problema fisico, piuttosto evidente, che può consistere come detto all’inizio, in una gobba o una cifosi che colpiscono la colonna vertebrale.

Talvolta, come sottolineano oggi i medici, tale patologia è dovuta a fattori ereditari, anche se nella maggior parte dei casi si deve a posture scorrette, correggibili in età scolare.

Come la letteratura italiana insegna, c’è un autore che meglio di tutti rappresenta l’essenza della figura dello “scartellato”, schernito proprio per questo problema molto evidente. Si tratta del poeta de L’Infinito, Giacomo Leopardi.

Probabilmente nel caso del celebre intellettuale c’è una componente genetica predisponente alla curvatura viziata della colonna vertebrale.

Ah, signora! Quella che lei crede una gobba è l’astuccio delle mie ali.”

È una delle sue frasi più celebri. Ed è così che si può definire metaforicamente la gobba, proprio come un contenitore che dispensa fortuna, come si crede nella tradizione culturale napoletana.

Napoli è famosa per innumerevoli cose, tra le quali le credenze popolari, tra le quali questa legata alla figura dello scartellato, ancora oggi “venerata”.

Il termine Scartellato/a: radice greca kartos (cesto) indica i portatori, uomo e donna – del kartos. Quindi la gobba è data dalla posizione del corpo di uomo e donna curvi sotto il peso del kartos.

Lo scartellato è portatore di fortuna: in realtà si presume che il kartos sia pieno di cose preziose, quindi toccarlo significa partecipare in qualche modo alla fortuna.

La tradizione napoletana insegna che per quanto concerne la figura tradizionale dello scartellato, bisogna fare attenzione al sesso della persona che ha la gobba; se si tratta di un uomo, portafortuna e quindi si può stare tranquilli, ma qualora fosse donna, e quindi una scartellata  tutte le proprietà apotropaiche legate alla gobba non solo spariscono, ma vengono sostituite da una sana dose di sfortuna, pronta a colpire chiunque ne tocchi una.

Ricordiamo che ‘O scartellato è simbolo di buona sorte già dal Medioevo, poiché si credeva che chi avesse una gobba pronunciata fosse stato sfiorato dalla mano di Dio. Dunque i gobbi erano delle persone “scelte” e fortunate e succedeva spesso che qualche passante li toccasse per avere un po’ di felicità.

Una figura antica che ancora oggi non smette di sorprendere e talvolta fa anche sorridere. Senza denigrare nessuno infatti, è bene ricordare che nel dialetto napoletano spesso si sente dire: sij nu scartellat – ossia: “hai la gobba!” da intendere  però come frase ironica, pronunciata senza malizia.

A Napoli infatti, le traduzioni sono importanti ma un aspetto lo è ancor di più: il rispetto … sia per gli altri che per tutto ciò che la storia insegna.