Sono passati esattamente 42 anni dalla visita dell’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini nelle zone colpite dal terremoto del 23 novembre nel 1980, il quale nonostante il parere contrario del presidente del Consiglio Forlani e altri ministri e consiglieri, si recò in elicottero sui luoghi della tragedia, dove lo aspettava l’allora Ministro degli affari esteri, Emilio Colombo.
Nonostante siano passati tanti anni da quella terribile tragedia in Irpinia e Basilicata, la ferita è ancora aperta nei cuori di chi l’ha vissuto. Sono stati 90 secondi di puro terrore, una fortissima scossa che ha interessato le province nell’avellinese, nel salernitano e la regione Basilicata, estendendo i suoi danni anche nelle altre zone della Campania causando più di 2.500 morti. Quella giornata molto calda, anomala per il periodo, ha portato morte, disperazione e distruzione. Alle 19.34 la terra trema in modo violento, per 90 secondi, pochi ma interminabili. I palazzi, le case venivano giù come se fossero fatte di pastafrolla. I soccorsi non arrivavano, caos e panico per le strade, corpi senza vita ammassati sotto le macerie, altri che aspettavano di essere salvati dai primi volontari che arrivavano. Nel caos più totale la protezione civile non riuscì a gestire i soccorsi, i mezzi non riuscivano a passare per le strade.
Tutto questo sconvolse Sandro Pertini, il quale al suo rientro dalle zone colpite dalla tragedia in un discorso televisivo rivolto a tutti gli italiani denunciò con forza il ritardo e le inadempienze dei soccorsi, che sarebbero arrivati in tutte le zone colpite solo dopo cinque giorni. Il discorso del Capo dello Stato diede l’impulso a numerosi volontari, provenienti da tutta Italia, che furono indispensabili nella prima settimana.
Nel suo discorso carico di tristezza e disperazione, il Presidente Sandro Pertini parlò in generale di calamità naturali, sottolineando già da allora dell’inerzia di alcuni apparati dello Stato nei confronti di una realtà dura ad essere recepita da chi è chiamato ad un dovere morale nei confronti della popolazione e delle generazioni future.