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San Martino: tra poesia e tradizione

San Martino è una poesia di Giosuè Carducci, pubblicata per la prima volta nel 1883.

All’interno della poesia sono molti i termini uguali a quelli presenti in un’altra poesia di Ippolito Nievo, per questo sono molti gli studiosi a sostenere che Carducci si sia ispirato a lui per la composizione del testo.

Il metro è quello della canzonetta anacreontica,  in due coppie di quartine di settenari, a schema abbc deec, con ad piani sciolti, bb ee piani in rima baciata, cc tronchi in rima costante.

La poesia un tempo si imparava a memoria tra i banchi di scuola”, racconta qualche nonnino che ancora oggi ricorda il testo.

Ed è bello ascoltarne l’essenza decantata, a “mo di cantilena” da chi non smette mai di sognare, di sperare e di credere, nonostante l’età. Tutti la ricordano e tutti la amano. Ed è così che San Martino è entrata a far parte del patrimonio culturale ma anche sociale, nella cosiddetta tradizione rurale di molte località.

Alcuni contadini pronunziano i versi scritti dal celebre Carducci, prima di assaggiare il vino, proprio in questo giorno, 11 novembre, denominato “estate di San Martino”, per le temperature miti e il processo di “maturazione” del vino che arriva a compimento.

Un’atmosfera spensierata e di festa cui si oppongono i pensieri di Carducci, che volano lontano,  riportando il lettore alla malinconia iniziale, caratteristica dell’ora del tramonto e del volo degli uccelli migratori, che in questo caso sono come pensieri che vagano, simbolo di irrequietezza, affanno e insoddisfazioni tipici della natura umana.

Al di là dell’aspetto prettamente bucolico e interiore del poeta, Carducci scrisse: “Oggi l’aspro odor dei vini va l’anime a rallegrar”ed in effetti è proprio così.
L’11 novembre è la festa dei contadini, coloro che mettono anima e corpo nella produzione del vino, con cui brindare a tavola nelle occasioni importanti e magari anche da sorseggiare durante le fredde serate autunnali davanti alla fiamma ardente di un camino.

È così che tradizione letteraria e rurale, si fondono. La semplicità della poesia e tutto ciò cui i poeti alludevano, quelle allegorie ma anche le figure retoriche presenti in ogni verso, sono testimonianza della bellezza che caratterizzava e ancora oggi rappresenta la società e ne determina l’identità.