San Leucio è una frazione del comune di Caserta nota per ragioni sia storiche sia artistiche e posta a 3,5 km a nord ovest della città. Il sito reale, insieme alla Reggia di Caserta, è stato riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Il nome di questa frazione ha fatto il giro del mondo poiché considerata luogo simbolo della lavorazione della seta. La sua storia è custodita all’interno del Complesso Monumentale del Belvedere, là dove prese forma quello che era il sogno di Re Ferdinando: creare una vera e propria realtà industriale alla cui base vigevano principi di uguaglianza sociale ed economica.
Decisamente interessante la storia che ha visto l’arte serica affermarsi nel casertano, un vanto locale che rimanda alla famiglia dei Borbone: ebbene sì fu Ferdinando IV, figlio della regina Amalia e di Carlo III di Borbone, che nel 1778 trasformò il Complesso Monumentale del Belvedere di San Leucio in una fabbrica della seta. Quella che era nata come una riserva di caccia divenne quindi una sorta di comunità con tanto di case e scuole il cui funzionamento era legato a uno specifico codice di leggi che sanciva l’autonomia del piccolo borgo, ma non solo. Ne regolamentava anche il funzionamento ispirandosi a principi quali uguaglianza e solidarietà; inoltre era prevista formazione gratuita e obbligatoria per tutti.
Il successo fu tale che le richieste dei tessuti realizzati dalla comunità, nota come “Real Colonia Serica di San Leucio“, provenivano da ogni dove: parliamo infatti di pezzi unici, tende, arazzi e broccati di ottima fattura pronti a vestire di eleganza ogni prestigiosa dimora. Basti pensare che validi esemplari di seta di San Leucio tutt’oggi arredano la Reggia di Caserta oltre alle stanze del Vaticano, del Quirinale e ancora lo Studio Ovale della Casa Bianca nonché le bandiere, comprese quelle che sventolano a Buckingham Palace. Tutto funzionò alla perfezione fino al 1861, anno in cui, a seguito della invasione sabauda, il Regno fu annesso al Piemonte e il setificio venne privatizzato. Fu così che gli operai che avevano partecipato a questo ambizioso progetto decisero di aprire delle piccole aziende familiari e, nel 1992, realtà come il Setificio Cicala, l’Antico Opificio Serico De Negri, Industrie Tessili Alois, la Manifattura Tessile Boccia, la Passamanerie San Leucio, la Arte Seta Alois e la Giuseppe De Negri e Figli si riunirono dando vita al Consorzio San Leucio Seta con l’intento di tutelare tanto la qualità quanto l’originalità dei prodotti leuciani e promuoverli in ambito internazionale.
All’interno di questa città-fabbrica si svolgevano tutte le fasi del processo produttivo che portavano alla realizzazione di veri capolavori artigianali: il filo del baco da seta, dopo esser stato ammorbidito nell’acqua calda e steso in tensione, andava a formare delle matasse. Successivamente, meditante il supporto di un telaio in legno, si procedeva alla tessitura ovvero alla rifinitura dei tessuti.
Al giorno d’oggi, complice la tecnologia, il sistema tradizionale ha subito dei cambiamenti: una volta realizzato il disegno, infatti, viene scannerizzato e passato a un telaio meccanicizzato che, come per magia, permette ai tessuti di prendere vita.
A San Leucio è possibile fare un salto nel passato facendo visita al famoso Palazzo del Belvedere, sede del “Museo della seta“, un prezioso contenitore di meraviglie che permette di ripercorrere le tappe salienti del successo serico di questa realtà ammirando antichi macchinari, telai, manufatti, torcitoi, ma non solo.
Meritano di essere visitati anche gli appartamenti reali con sale affrescate, i giardini del Belvedere e la Casa del Tessitore, valido esempio di abitazione operaia.
Nelle serate del mese di luglio è possibile prendere parte al “Leuciana Festival“, una rievocazione storica in costume e nel mese di ottobre, invece, il Belvedere diviene protagonista della rassegna enologica “Festa del Vino, delle Vigne e della Seta”.