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Salotto Mazzini: tra storia e architettura

Salotto Mazzini è un appartamento nei pressi di piazza Mazzini, all’interno di un palazzo del XVIII secolo, ex convento riconvertito in stabile residenziale (palazzo Sansone).

Si tratta di un’inedita realtà abitativa in un palazzo storico di Napoli lungo l’arteria della città che collega il centro storico con i quartieri collinari.

La dimora prende il nome dalla piazza in cui si trova. Il Corso Vittorio Emanuele rappresenta una delle principali strade della città posta a collegamento tra la città bassa ed il quartiere Vomero. Il Corso, che si snoda dall’attuale piazza Mazzini fino ad arrivare a via Piedigrotta, fu realizzata intorno alla metà del XIX secolo per ordine di Ferdinando II che, verso la fine del 1852, commissionò il progetto ad alcuni architetti, con l’intento di costruire una strada che collegasse la parte bassa della città, all’allora nascente Vomero.

Grazie al lavoro di Ferdinando II, avvenne anche la sistemazione degli edifici: infatti, i palazzi sono stati costruiti tutti dal lato del monte e non del mare: questo perché il 31 maggio del 1853, il re emanò uno scritto che tutelava il paesaggio e il panorama della nuova arteria della città.

L’architetto Simone Falzarano, ha reinterpretato questo appartamento di fine Settecento tra formule moderne e rispetto per l’esistente. Il rispetto per il sito è stato l’obiettivo irrinunciabile. Si tratta infatti di un progetto  che strizza l’occhio al minimalismo moderno, conservando tuttavia la pregevole storia del manufatto.

Toni di greige e carta da zucchero, queste le nuance di progetto di un intervento architettonico che rielabora l’andamento degli ambienti infilati, tipici delle case dell’epoca, in un unico living che ospita in successione zone conversazione, pranzo, studio e infine cucina dalla quale si accede, mediante una scala a gradini sospesi in corten, alla zona notte, posta su soppalco. Due grandi aperture a tutt’altezza danno accesso al grande giardino pensile.

Il passaggio tra gli ambienti all’interno del Salotto Mazzini, è reso fluido dalla mancanza di porte. Il rispetto per il passato si respira in tutte le pieghe del progetto: le originali travi a vista fanno da copertura ad ambienti di impronta minimal ma nel contempo caldi e accoglienti; ampie finestre poggiano su monolitici davanzali a vista in piperno grigio dell’epoca.

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.