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Roswell: la nascita del caso più incredibile della storia

Siamo nell‘estate del 1947, negli Stati Uniti d’America, a Roswell, quando, viene ritrovato, per la prima volta nella storia, un oggetto non identificato.

L’oggetto, la cui identità resta ancora tuttora parzialmente ignota, è classificato come disco volante.

La stampa

Il primo comunicato stampa, pubblicato proprio l’otto luglio 1947, annuncia il ritrovamento di quello che sarebbe, a tutti gli effetti, un ufo. Una scoperta eclatante che lascia sbalordito il mondo intero.

A tale avvenimento sarebbe poi seguito il recupero di cadaveri appartenenti ad extraterrestri.

Poco dopo, arriva la smentita ufficiale: l’elemento schiantatosi al suolo non sarebbe altro che un pallone sonda.

La gente resta però incredula e non dà molto credito alla ritrattazione di quanto accaduto, così presso i media e presso la popolazione nasce il mito di Roswell.

Media e ufologi continuano a sostenere che strani avvenimenti abbiano avuto luogo tra il 2 e il 3 luglio 1947.

Gli studi

Negli anni novanta, per rispondere a coloro che ancora cercavano una logica nel caso Roswell, vennero condotte diverse ricerche.

Le indagini effettuate sono state riassunte in due relazioni: la prima, nota come The Roswell Report: Fact versus Fiction in the New Mexico Desert, rivelò che i materiali precipitati al suolo nel luglio del 47 erano parte di un programma segreto, il cosiddetto Progetto Mogul.

Il piano prevedeva l’utilizzo di aggeggi elettronici, capaci di rivelare le onde sonore provenienti dai missili balistici russi o di test nucleari condotti nell’atmosfera.

Il pallone sonda rispondeva al nome di Mogul numero 4

Il secondo studio, The Roswell Report: Case Closed, del 1997, rese invece noto che i presunti cadaveri di alieni fossero semplicemente delle macchine antropomorfe usate nei programmi militari, quali il Project High Dive del 1950.

Nonostante tutto, i sostenitori dell’esistenza degli alieni respinsero le teorie formulate dagli scienziati e le stimarono false.

I difensori della tesi dello schianto

I difensori della teoria dello schianto diedero il via a una serie di analisi e test a cui sottoposero anche veterani di guerra come Earl Fullford e Jesse Marcel Jr.

I due ex militari risposero alle domande dei curiosi, in quanto presenti al momento del fatidico episodio.

Tuttavia, entrambi riportarono che i materiali dell’ente erano sostanzialmente diversi da quelli che, generalmente, compongono un pallone sonda.