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Roma, il 28 aprile 1937 si svolgeva l’ inaugurazione di Cinecittà

Roma, il 28 aprile 1937 si svolge l’ inaugurazione di Cinecittà il primo centro spettacoli in Italia.

Come e quando è nato il mito della Hollywood sul Tevere? Chi ne è stato il fondatore?

La scelta di Roma come città deputata ad accogliere il grande complesso di stabilimenti cinematografici non fu semplice: vi era infatti laccanita concorrenza di Torino, in cui erano situate potenti case di produzione come la Ambrosio Film, la Pasquali e lItala. Nella capitale vi era già poi la CINES, che era stata fondata nel 1904 col nome originale di Alberini e Santoni. Destino volle però che, nella notte del 26 settembre del 1935, i due teatri della CINES vennero distrutti da un incendio, e l’allora presidente della compagnia Carlo Roncoroni diede lassenso a che sui suoi terreni fosse costruito il nuovo complesso.

Il nuovo progetto comprendeva la costruzione di stabilimenti, laboratori di sviluppo e stampa, una scuola professionale ed un ISTITUTO LUCE (La Unione Cinematografica Educativa), nato dal già esistente Sindacato di Istruzione Cinematografica. La prima pietra venne posta il 26 gennaio del 1936, mentre linaugurazione vera e propria di Cinecittà avvenne il 21 aprile 1937.

E l’inaugurazione ufficiale avvenne il 28 aprile 1937 e fu un momento speciale ed emozionante per l’intera regione.

Nell idea originale di Roncoroni, rimasto presidente, sarebbe dovuto essere costruito anche un villaggio per tecnici e lavoratori di Cinecittà; la sua morte, avvenuta nel 1938 (il complesso passerà allo stato), ha però bloccato tale iniziativa. La leggenda vuole che il primo lungometraggio girato nei teatri sia stato L’Allegro Cantante di Gennaro Righelli, e che nello stesso 1937 già 18 film vennero alla luce in quegli stabilimenti. Tra questi anche Il Signor Max di Mario Camerini, commedia che lanciava nel panorama del cinema italiano la stella di Vittorio de Sica. Nei primi anni di vita, Cinecittà si specializzò dunque nella produzione di spensierate commedie e opere musicali, oltre che in melodrammi che esaltavano il patriottismo ed il valore italico, dazio da pagare al regime fascista.

La Seconda Guerra Mondiale e i tumulti dopo larmistizio dell8 settembre 1943, fecero cadere il complesso in rovina: il saccheggio di tutto il materiale ad opera delle truppe tedesche lasciò i teatri del tutto sguarniti del materiale necessario; soltanto nel 1945 Luigi Freddi, allora presidente di Cinecittà, impose che tutto il materiale fosse restituito al centro romano. La fine della guerra non vide Cinecittà ripopolarsi; con il Neorealismo i cineasti si spostarono dai teatri alla strada cercando riprese allaperto, attori non professionisti e un contatto sempre diretto con la realtà oggettiva dei fatti.

Autori come Zavattini, Rossellini, De Sica, con la loro arte ed i loro capolavori fecero la fortuna del cinema italiano, ma lontano dai teatri di posa di Cinecittà. La crisi durò per tutti gli anni 40: per superare la difficoltà ci volle infatti il contributo americano, in particolare della MGM, che decise di girare a Roma il colossal storico Quo Vadis? (id.,1950). Grazie a questo intervento gli stabilimenti iniziarono nuovamente ad essere popolati da produzioni italiane e statunitensi, ed il lavoro a Cinecittà riprese florido, fino ad arrivare a momenti di splendore a cavallo tra gli anni 50 e 60.

I teatri vennero allora popolati di grandi nomi della cinematografia internazionale, e questo stimolò anche i nostri registi, come Fellini, Visconti, Pasolini, a tornare a girare allinterno del complesso.

Il flusso di lavoro divenne allora praticamente costante ed ininterrotto, anche quando la crisi del cinema italiano si fece nuovamente sentire negli anni 70, ed anche quando la produzione di pellicole statunitensi diminuì notevolmente.

Il problema, allinizio degli anni 80, è stato risolto con laffitto degli studi a produzioni televisive, fino alla nuova ondata di costose produzioni che si è verificata in questi ultimissimi anni.

Sono passati tantissimi anni e Cinecittà a Roma, resta un punto attivo e importante per l’arte, lo spettacolo e la cultura italiana.