Antico simbolo di Napoli, emblema di una città, persistito nel corso degli anni. Caratterista dialettale, prevalentemente teatrale, allegoria di una tradizione millenaria e gloriosa. Si fa riferimento a Pinuccio Ardia, noto anche con il nome d’arte Rodolfo Ardia, figura principale della città partenopea e del teatro napoletano. È stato un grande attore italiano e in questo giorno, 21 agosto, si commemora la sua nascita.
Rodolfo Ardia: la storia di un grande attore napoletano
Rodolfo Ardia nacque a Napoli il 21 agosto 1914, anno del primo conflitto mondiale; fu un nobile napoletano, un personaggio molto illustre, in particolare per le sue scene da caratterista dialettale. Inizialmente, esordì per la prima volta nel mondo del teatro abbastanza tardi. Nonostante il ritardo, il suo successo fu straordinario, in particolare in età giovanile. Raggiunse una smisurata popolarità attraverso la figura esilarante del ladruncolo da strapazzo di carattere aristocratico.
Nel corso degli anni, Pinuccio è stato soprannominato “Il Barone“, all’interno della pellicola denominata “Operazione San Gennaro”, diretto da Dino Risi nel 1966. Nel film, difatti, tre ladri americani giungono a Napoli con il volere di rubare il prezioso tesoro di San Gennaro. Jack, Maggie e Frank i protagonisti indiscussi della pellicola, pronti a fare follie pur di saccheggiare le ricchezze napoletane.
Come già detto precedentemente, riscosse molto successo all’inizio della sua carriera, interpretando molti ruoli in numerosi film, soprattutto tra gli anni sessanta e settanta. Ciò nonostante, al termine di questo florido arco di tempo, non seppe imporsi nuovamente e replicare la notorietà iniziale. In seguito, Rodolfo, infatti, impersonò dei personaggi marginali all’interno delle proprie pellicole, precipitando pian piano nell’oblio.
Pinuccio è stato protagonista di molti film ed ha preso parte ad alcuni sceneggiati televisivi. Alcuni sono famosi, ma quelli da ricordare sono: “Napoli 1860: la fine dei Borboni“, uscito nel 1970, con la regia di Alessandro Blasetti. Anche “Il furto della Gioconda” per la regia di Renato Castellani e “Le Storie della camorra” di Paolo Gazzara.